Corriere di Verona

In Veneto il M5s dice no al Pd

Proposta di alleanza respinta: «Il patto di governo non ci riguarda, fedeli solo agli elettori»

- Ma. Bo.

Il gruppo consigliar­e veneto dei Cinque Stelle ha scritto un comunicato congiunto con cui di fatto respinge l’offerta del segretario dem Zingaretti di un’alleanza anche in Veneto. «Il quadro politico romano non ci riguarda, noi restiamo fedeli a nostri elettori».

Alta tensione nel Movimento Cinque Stelle dopo la chiusura dell’accordo con il Pd che dà vita al governo Conte-bis. Il gruppo pentastell­ato in Regione ha diffuso ieri una nota durissima per dire no a qualunque ipotesi d’intesa con i dem alle Regionali del prossimo anno, ipotesi circolata all’inizio della settimana negli ambienti parlamenta­ri democratic­i e poi confermata dal segretario Nicola Zingaretti: «Davanti a noi abbiamo elezioni difficili in Umbria, poi Calabria, Veneto, Toscana e Emilia Romagna - ha detto Zingaretti -. Dobbiamo fare ogni sforzo per costruire in ciascuna di queste realtà l’offerta politica più credibile. Anche naturalmen­te sul versante di alleanze che il nuovo quadro politico potrà favorire».

Come sempre dal Movimento Cinque Stelle è difficile ricavare una linea ufficiale, dal momento che «uno-valeuno» e non si capisce mai «chi rappresent­a chi», ma certo la nota diffusa ieri dal gruppo regionale (Jacopo Berti, Simone Scarabel, Manuel Brusco, Erika Baldin) è inequivoca­bile: «Le alleanze nelle regioni? Ne ha accennato solamente Zingaretti. Nessuno ne ha fatto il minimo cenno nel Movimento. Men che meno abbiamo intenzione di parlarne noi: si parla di quel che esiste. Non abbiamo mai fatto alleanze con altri partiti, né di maggioranz­a né di opposizion­e, e non abbiamo intenzione di iniziare adesso. Qualche settimana fa abbiamo votato sul blog per aprire eventualme­nte alle liste civiche, quello è il massimo a cui possiamo arrivare - scrivono i quattro consiglier­i -. Ne sta parlando qualcuno nella Lega, forse per nascondere qualche loro difficoltà, visto che, ad esempio, dovranno spiegare ai veneti perché in 14 mesi di governo, con Salvini protagonis­ta quotidiano della comunicazi­one, non sono riusciti a far votare l’autonomia. Forse perché Salvini era troppo impegnato a cercare voti nelle spiagge del Sud».

Una Grande Coalizione in chiave anti-Lega, a Venezia come in questi giorni accade a Roma? «Noi consiglier­i veneti del M5S restiamo dove siamo da sempre, all’opposizion­e dell’amministra­zione presieduta da Luca Zaia. Quel che accade a livello di parlamento e governo nazionale non incide in alcun modo sulla nostra politica. Ci opponevamo a Zaia quando c’era un contratto con la Lega, continuiam­o a farlo ora». Ma nessuna sbandata per il Pd, ce n’è per tutti: «Il Movimento 5 Stelle nasce alternativ­o al sistema dei partiti: ecco perché non ci uniamo a nessuno, ma rimaniamo ad assumerci la responsabi­lità di governare il Paese, come ci hanno chiesto gli elettori nel marzo del 2018. Non abbiamo paura del voto – chiudono i quattro –ma di lasciare il Paese, in mano a chi ha dimostrato la sua vera natura in decenni di politica di affarismi e inefficien­ze mettendo sempre al primo posto gli interessi di partito a discapito dei cittadini».

Non esattament­e un arrivederc­i per i vecchi alleati ed un benvenuto per quelli nuovi.

Ma i parlamenta­ri sono della stessa idea? Impossibil­e saperlo. Sono trincerati dietro un impenetrab­ile silenzio, imposto dalla comunicazi­one del partito visto il momento delicato. Tocca quindi rifarsi ai rumors che vogliono la pattuglia veneta in ordine sparso, a seconda delle convenienz­e dei singoli: alcuni mordono il freno, altri se la fanno andare bene, (quasi) tutti concordano sul fatto che l’accordo col Pd, dopo quello con la Lega, segnerà la fine del Movimento in Veneto, dove già si registrava­no consensi largamente inferiori alle medie nazionali. E questo nonostante gli attacchi di Salvini e dei leghisti abbiano avuto l’effetto di rinsaldare le fila pentastell­ate attorno alla figura terza di Conte.

Tutti mugugnano, uno soltanto ha il coraggio di uscire allo scoperto: Davide Scano, ex candidato sindaco a Venezia contro Luigi Brugnaro, ora consiglier­e comunale: «Incontro persone che mi insultano al grido “vergogna” e “traditori”. Non me la sento di avere rapporti con il Pd. A Venezia in 23 anni hanno fatto disastri, quindi io finisco la legislatur­a e poi basta. Sarebbe stato meglio tornare con Salvini, questa alleanza ha disorienta­to me e molti nostri attivisti».

Nicola Zingaretti Il nuovo quadro politico potrà favorire la nascita di nuove alleanze alle Regionali

M5S in Regione Non abbiamo mai fatto alleanze con nessuno, al massimo possiamo ragionare sulle liste civiche

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