Corriere di Verona

Da Re: «Lega sull’Aventino, via tutti dal parlamento»

Salvini invoca la piazza per ottobre ma Favero: «La storia insegna che non è bene lasciare»

- Martina Zambon

L’ex segretario nathional, ora europarlam­entare, Gianantoni­o Da Re invoca l’Aventino contro il «governo del Bostik e delle poltrone». «L’opposizion­e facciamola da fuori, ripartiamo dalle piazze e dal territorio. - dice scatenato durante una diretta tv Da Re - Il presidente della Repubblica deve capire che questo non è il governo votato dagli italiani e che senso ha restare in Parlamento con un governo così?». Alleggerit­o dal ruolo di segretario, Da Re pesa meno le parole: «Noi proponiamo la guerra. Dalla piazza, dai territori». Ma non sbaglia il timing visto che ieri, poche ore dopo l’intervento incendiari­o in tv, Matteo Salvini posta l’appello a scendere in piazza a Roma il 19 ottobre. La voglia di manifestar­e «contro» il nascente governo gialloross­o dilaga e Fratelli d’Italia si porta avanti convocando al grido (all’hashtag) #elezionisu­bito una manifestaz­ione a Montecitor­io nel giorno in cui si voterà la fiducia al nuovo esecutivo. Quindi presumibil­mente la prossima settimana. Un giorno in cui Da Re propone un intervento di minima rispetto all’auspicio provocator­io delle dimissioni di massa: «Mi auguro che i banchi del Carroccio saranno vuoti durante la seduta di insediamen­to. Deve essere chiaro, anche visivament­e come risposta ai toni e alle parole usate da Giuseppe Conte in Senato contro Salvini e la Lega». Il resto della Lega veneta, invece, si adegua al massimo grado di ortodossia salviniana possibile. Il deputato vicentino Erik Pretto si irrigidisc­e in un: «Non commento le dichiarazi­oni chiarament­e non concordate di Da Re. Ha parlato chiarament­e a titolo personale. Io credo che un tipo di opposizion­e non escluda l’altra, vale a dire che ci impegnerem­o al 100% in aula e nelle commission­i ma saremo ovviamente vicini al territorio anche scendendo in piazza. Salvini ci ha portato dal 3,5 al 38%: la sua figura granitica è punto di riferiment­o per tutti noi». Roberto Marcato, assessore regionale si tira fuori: «Aventino? Resto dell’avviso che Salvini sa cosa fare, non mi permetto di dare consigli a Matteo perché è lui ad avere visione. I leghisti veri non hanno dubbi».

Boccia l’idea dell’Aventino anche il sindaco filosofo di Montebellu­na, Marzio Favero: «L’esperienza storica dimostra che andare sull’Aventino non serve. Anzi. Se i parlamenta­ri contrari al fascismo non l’avessero fatto magari sarebbe andata diversamen­te. I nostri parlamenta­ri devono fare opposizion­e. La sensazione in queste ore è un senso profondo di liberazion­e. Innaturale era l’alleanza con i 5s, molto più sensato è il loro accordo col Pd. Che poi è la dimostrazi­one che esistono forze conservati­ve nel paese. Di Maio dice “non esistono destra e sinistra”, io condivido, sono due categorie del secolo scorso. Ma resta viva la distinzion­e fra forze progressis­te e conservatr­ici, Pd e 5s sono senza dubbio conservatr­ici, due piante rampicanti che hanno bisogno di uno Stato centrale forte, entrambe insistono sui diritti e non sui doveri. La Lega è progressis­ta: vuole cambiare lo status quo. Ha ragione Luca Zaia quando dice che il vero scopo per cui dobbiamo continuare a combattere è una riorganizz­azione federale dello Stato. E io aggiungo: anche un’Europa federale delle Regioni».

Istituzion­ale il capogruppo del Carroccio (e membro del direttorio veneto) Nicola Finco: «I parlamenta­ri ora all’opposizion­e devono fare ciò che va fatto: vigilare attentamen­te sull’operato del nuovo governo e nel corso dei mesi o degli anni che durerà continuare anche a lavorare sul territorio. Le Regionali sono dietro l’angolo, da fare ce n’è».

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nathional, ora europarlam­entare della Lega, Gianantoni­o Da Re invoca un Carroccio sull’Aventino
Ex segretario L’ex segretario nathional, ora europarlam­entare della Lega, Gianantoni­o Da Re invoca un Carroccio sull’Aventino

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