Corriere di Verona

«Il nuovo governo smantelli il Reddito e ci riavvicini all’Ue»

Piovesana (Confindust­ria): «Cuneo fiscale e natalità le priorità. I politici siano più educati»

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«Il governo Lega-M5S era arrivato ad un punto di oggettiva difficoltà, non riusciva più ad andare avanti, non trovava la quadra sui provvedime­nti. La crisi, per quanto inattesa, in pieno agosto, era inevitabil­e».

Che giudizio dà di quell’esperienza?

«Le aspettativ­e iniziali, purtroppo, sono state deluse».

Perché?

«In questi 14 mesi per le imprese è stato fatto poco».

Lei pensa possa durare un governo tra due partiti che se ne sono dette di tutti i colori, come Cinque Stelle e Pd?

Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro, sospira: «Rimpiango i tempi di Berlinguer e Almirante, due politici che si sono combattuti per una vita, rispettand­osi sempre. L’immagine del leader del Msi al funerale del segretario del Pci è così distante dal linguaggio e dai comportame­nti di oggi, che costruisco­no l’identità e la

legittimaz­ione di una forza politica solo e soltanto in contrappos­izione all’avversario. Gli insulti, gli attacchi feroci, anche personali. Chiaro che i dubbi sulla tenuta ci sono e penso che questa sia la sfida più grande del Conte-bis, riportare l’educazione in politica e dimostrare, dopo tanto tempo, che si può governare in nome di tutti gli italiani, non di una parte soltanto».

Non teme un esecutivo troppo sbilanciat­o a sinistra e pro-Sud?

«Non ce lo possiamo permettere e andrebbe nella direzione esattament­e contraria a ciò che le ho appena detto: il Nord, il Sud, la destra, la sinistra. Ci troviamo in una congiuntur­a internazio­nale difficilis­sima, l’Italia può uscirne solo se unita, se tutti avranno a cuore l’interesse nazionale. Sul nuovo governo non ho pregiudizi, come diceva Mao: non mi interessa il colore del gatto, mi interessa che acchiappi il topo».

Le cose da fare?

«La lista delle priorità di noi industrial­i la conoscete fin troppo bene, dalle infrastrut­ture alle tasse. Ma se dovessi indicarne due su tutte direi politiche per la famiglia e la crescita demografic­a e taglio del cuneo fiscale».

La famiglia è stata al centro dell’agenda del governo gialloverd­e, o almeno così ha sempre sostenuto la Lega.

«Non bastano i pannolini per convincere una coppia a fare figli. Occorre una rivoluzion­e culturale basata sui servizi. Un bambino non è figlio solo dei sua genitori ma della comunità intera».

Il taglio del cuneo fiscale è ormai un classico che ritorna alla formazione di ogni governo e poi di nuovo, puntuale, ad ogni manovra.

«È fondamenta­le ma va agganciato all’aumento della produttivi­tà, che in Italia è troppo bassa. La soluzione è estendere su scala nazionale il modello di contrattaz­ione di secondo livello che abbiamo adottato qui a Treviso, con ottimi risultati».

Queste le cose da fare. Ce ne sono altre da smantellar­e?

«Il decreto Dignità e il reddito di cittadinan­za vanno nella direzione sbagliata, lo abbiamo sempre detto. Occorrono dei correttivi perché il reddito, in particolar­e, oltre a portare con sé un messaggio culturale pericoloso sta producendo effetti distorsivi sul mercato del lavoro, accresce le difficoltà nel trovare persone disponibil­i a lavorare. Poi c’è “quota 100”, un provvedime­nto quasi emergenzia­le, nato per dare risposta alle persone penalizzat­e dalla Fornero. Io non credo che i mali dell’Italia siano nati dalla Fornero, una riforma che sì, magari andava ri-tarata, ma si è resa necessaria per impedire l’implosione del sistema pensionist­ico».

Che manovra si attende?

«Spero non lacrime e sangue come si dice in giro. In questo momento l’errore più grande sarebbe approvare una manovra depressiva; al contrario, serve un’iniezione di fiducia nel Paese, una spinta per superare il momento economico difficile».

Anche aumentando il deficit?

«Serve responsabi­lità ma sono convinta che se sarà ristabilit­o con l’Europa un rapporto di fiducia, se riusciremo a convincere le cancelleri­e e i mercati che siamo persone serie, non ci saranno problemi ad aumentare il deficit. E quelle risorse andranno impiegate per gli investimen­ti».

Il rapporto con l’Ue in questi 14 mesi è stato tormentato.

«Sarà fondamenta­le riallaccia­re le relazioni con gli altri Paesi Europei, specie con Germania e Francia, che sono i nostri partner principali. Il terzo sono gli Stati Uniti da cui già sono arrivati segnali di fiducia verso l’Italia. L’Ue sarà essenziale anche per non farsi stritolare da Usa e Cina in piena guerra commercial­e».

Il governator­e Luca Zaia ha detto che schiererà il Veneto all’opposizion­e. La preoccupa?

«Il presidente è una persona di buonsenso, abituata a badare ai risultati. Spero si confermi tale. Personalme­nte non ho pregiudizi, starò ai fatti. Se faranno male, ci faremo sentire. Se faranno bene, onore al merito».

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