Da Morcone a Presutto il totoministri spaventa la Lega
(ma.bo.) Brividi leghisti davanti ai nomi che circolano in queste ore nel totoministri. Per il ministero dell’Interno, che pare sarà appannaggio del Pd che pare volerlo affidare ad un prefetto «di area», circola infatti il nome di Mario Morcone, già candidato sindaco di Napoli (era il 2011), capo del Viminale ai tempi di Marco Minniti, ma soprattutto capo del dipartimento Immigrazione protagonista di scontri feroci con la Lega, quando i leghisti manifestavano un giorno sì e l’altro anche contro i centri di accoglienza, da Cona a Bagnoli. I botta e risposta col governatore Luca Zaia, per dire, sono rimasti negli annali. Poi c’è il ministero degli Affari regionali, fin qui occupato dalla leghista vicentina Erika Stefani, fedelissima del presidente della Regione, che secondo i rumors potrebbe passare ad un pentastellato (e si sa come la pensi il Movimento 5 Stelle sull’autonomia) e non uno qualunque ma Vincenzo Presutto, commercialista napoletano fin qui vice presidente della Bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale, che proprio in commissione ha in più occasioni incrociato le lame con Stefani, arrivando ad accusare il Veneto di volere «la secessione». E saldamente in mani pentastellate resterà, ovviamente, il dicastero per il Sud, con Barbara Lezzi sulla via della riconferma. Poi ci sono le Infrastrutture, che segretamente i leghisti speravano potessero andare ad un dem, con cui c’è convergenza su molti punti al centro dell’agenda: Tav, Grandi Navi, Valdastico Nord. Un ritorno di Graziano Delrio, che con la Regione ha sottoscritto in passato svariati protocolli da Anas alle Ferrovie, sarebbe stato graditissimo. E invece pare che dopo la stagione travagliata di Danilo Toninelli il Mit resterà ancora a 5 Stelle: si fa il nome dell’attuale capogruppo al Senato Stefano Patuanelli.