Corriere di Verona

Banche, sito rimborsi in tilt «Fermiamo le domande»

Portale lento e troppi dubbi: Consap corre ai ripari e convoca i comitati

- Federico Nicoletti

Ex popolari, il portale per presentare le domande di rimborso è già in affanno. E le associazio­ni fermano la presentazi­one, mentre Consap annuncia la loro convocazio­ne. Sito spesso «piantato» in fase di registrazi­one. E molti dubbi operativi con risposte contraddit­torie. Risultato: per ora più di un’associazio­ne ferma le procedure per le domande di rimborso in attesa di un vertice operativo a Roma, agli inizi di settembre, con la società del Tesoro a cui il governo ha affidato la complessa partita operativa dei rimborsi. Nemmeno una settimana per prendere le misure con la procedura e la situazione per il nuovo portale per il Fondo di indennizzo risparmiat­ori è già difficile. Fatale, visti i numeri dell’operazione e i tempi ristretti dati a Consap per attivare il portale.

Consap, che per parte sua, sta correggend­o via via le magagne che emergono dalle segnalazio­ni che giungono per via informatic­a. Mentre per lunedì è annunciata la partenza di un numero verde. Senza contare le questioni di contorno che complicano ulteriorme­nte il quadro. Risultato: «Abbiamo bloccato l’inseriment­o delle domande: oltre al fatto che alla terza schermata spesso si ferma tutto, prima bisogna chiarire alcuni aspetti», dice il leader regionale di Adiconsum, Valter Rigobon. Esempio? «La dichiarazi­one autenticat­a. La possono fare anche gli avvocati? Noi e un nostro legale lo abbiamo chiesto, ottenendo da Consap un no e e un sì. Abbiamo chiesto a un Comune se la fanno loro: la risposta è stata no. Stiamo tentando di coinvolger­e i capoluoghi. Ma intanto siamo fermi: manderemo i risparmiat­ori dai notai, mentre si dice che non ci possono essere compensi intorno alla procedura? E anche sui documenti bancari, per cui ci sono 30 giorni per rispondere, Intesa non è sempre tempestiva: dipende da chi trovi».

«Intesa aveva predispost­o un modulo, che però nelle filiali non firmano. Tanto che noi stiamo procedendo senza, puntando sul fatto che non hanno risposto entro trenta giorni», sostiene Patrizio Miatello di Ezzelino.

«Ci sono domande, come quella sul valore nominale residuo delle azioni, a cui non sappiamo come rispondere. Per cui, per non sbagliare, dobbiamo per ora fermare le domande - sostiene Luigi Ugone di Noi che credevamo nella Bpvi -. Abbiamo dovuto riempirli di telefonate per avere un call center che doveva esserci per principio. I nervi sono tesi. Anche perché con il governo precedente avevamo i due vicepremie­r come riferiment­o; ora le carte si sono rimescolat­e e Conte non lo è mai stato».

«L’odissea dei risparmiat­ori continua - conclude Franco Conte del Codacons -. Hanno impiegato quasi sette mesi per avviare la procedura e tutto si è fermato. Ora almeno si corra ai ripari chiamando al tavolo chi ha titolo e competenza. Il governo in carica per l’ordinaria amministra­zione ha il dovere civile di rimuovere le difficoltà».

Ugone Troppe questioni aperte, non possiamo sbagliare E meno referenti nel nuovo governo

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Via crucis Un incontro con i comitati a Roma per il Fir

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