Corriere di Verona

Fiere, in Ieg pieni poteri a Cagnoni Vertice con i soci aVicenzaOr­o

- Gian Maria Collicelli

Pieni poteri al presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni, e avvio dell’iter per «l’individuaz­ione di una figura idonea a ricoprire il ruolo di amministra­tore». Il giorno dopo le dimissioni dell’ex-Ad del gruppo fieristico di Rimini e Vicenza, Ugo Ravanelli, il cda di Ieg ha delineato le prossime mosse, nelle quali un ruolo chiave tornerà a svolgerlo il presidente Cagnoni. A lui sono stati affidati «tutti i poteri – recita una nota diffusa ieri – relativi alla gestione ordinaria e straordina­ria della società», pur se non si tratta «dell’assetto definitivo». E si apre la partita per la nomina del nuovo Ad: «Spero che la casella rimanga vuota il minor tempo possibile – dichiara Cagnoni – e rispetterò alla lettera l’iter previsto, che mi porterà a discuterne anche con i soci, in

primis i sindaci di Vicenza e Rimini».

Qui è già in programma un vertice a Vicenza in occasione di «VicenzaOro», in programma, dal 7 all’11 settembre. La concomitan­za tra l’evento – il primo per rilievo economico dell’intero gruppo – e l’addio di Ravanelli non è passato inosservat­o a Vicenza: «La manifestaz­ione non ne risentirà, come d’altronde tutto il nostro business – afferma Cagnoni –, che non subirà alcun contraccol­po , né nella gestione ordinaria e tantomeno nei programmi di investimen­to che riguardano sia Rimini che Vicenza». Parole tese a calmare i mercati, visto che dopo le dimissioni di Ravanelli rassegnate mercoledì il titolo di Ieg in Borsa ha subito un tonfo di oltre il 6% e un altro 1,2% ieri, con il valore delle azioni che si è fermato a 3,85 euro contro i 4,20 euro di mercoledì mattina.

Nella nota con cui si è congedato Ravanelli aveva rivendicat­o gli obiettivi raggiunti: l’approdo in Borsa,a giugno dopo il primo tentativo fallito a fine 2018, e «il consolidam­ento del gruppo». Il report semestrale reso noto martedì ha confermato il buon andamento della società (+ 29% di ricavi nei primi sei mesi 2019 rispetto al 2018) ma per l’ex-amministra­tore delegato «non c’erano più i presuppost­i necessari per continuare». «Ci è molto dispiaciut­o – dichiara Cagnoni – e questo non è solo il mio giudizio ma anche quello degli azionisti. La mia opinione è che i presuppost­i esistevano e che dunque si potesse continuare; ma questo non è successo. Abbiamo fatto mille tentativi, anche io stesso, per cercare di far riflettere l’amministra­tore delegato e invitarlo a ripensarci; ma è stato inutile e le motivazion­i esplicitat­e sono le uniche che io conosca». Smentite anche le voci secondo cui alla base dell’addio dell’Ad ci sarebbero divergenze di vedute, specie su fusioni future, proprio con la presidenza: «Non c’è traccia significat­iva di divergenze su alcun tema» chiude Cagnoni.

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Divorzio Cagnoni, a sinistra, e Ravanelli

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