Corriere di Verona

Zaia e Brugnaro: «Quarto mandato per Baratta»

- S.D’A.

L’ appello arriva forte e chiaro da Venezia: la città e le istituzion­i del territorio chiedono un quarto mandato per Paolo Baratta. Seduti alla cena inaugurale della Mostra del Cinema, l’altroieri, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e il presidente della Regione, Luca Zaia, l’hanno fatto capire al ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli - che però sconta l’incertezza di queste ore - e ne hanno parlato tra loro. «Baratta è un cavallo di razza - dice Zaia - è come avere Varenne in pista. Io esprimo totale e incondizio­nata fiducia in lui. Venezia oggi è il primo o secondo player a livello nazionale. C’è Hollywood, c’è Venezia, Cannes. Bravi, bel lavoro. Noi ora dobbiamo puntare alla riconferma sua e del direttore generale, Andrea Del Mercato, perché il suo incarico è legato al presidente».

Dello stesso avviso Brugnaro: «Io sono per la continuità, che per la Biennale è straordina­riamente importante. E se non si può, chiediamo almeno che finché non si è costruita un’alternativ­a, si possa avere una proroga del suo mandato. Io l’avevo già detto all’inaugurazi­one della Biennale d’Arte, l’ho detto al presidente della Repubblica, non si vede la ragione di cambiare così oggi in corsa, Del Mercato compreso: questa è un’istituzion­e internazio­nale, e dobbiamo trovare tutti insieme la soluzione. Devo dire che Baratta non ha fatto nessun tipo di pressione o richiesta e anzi stasera - ieri, ndr - dal palco ha fatto un discorso a tratti commosso».

Un discorso che a molti ieri è sembrato un commiato, giustifica­to dal fatto che il presidente, il cui mandato scade il 20 gennaio del 2020, per legge non può essere rinominato a meno di non avviare un percorso legislativ­o per il quale serve una stabilità politica che al momento è difficile da prevedere. La scelta del presidente della Biennale spetta comunque al ministro dei Beni Culturali, poi la nomina del presidente del Consiglio e il parere non vincolante delle due commission­i Cultura di Camera e Senato. Per arrivare alla scadenza con un nuovo presidente bisognereb­be partire con l’iter subito dopo la Mostra, idem per il percorso legislativ­o. Se invece non riuscisse il tentativo di formare un governo giallo-rosso, Venezia allora potrebbe giocare la carta della proroga, per assicurare l’operativit­á dell’istituzion­e.

Il problema è invece solo rimandato per la nomina del direttore della Mostra: il contratto di Alberto Barbera prevede un’altra edizione della Mostra, nel 2020. Modifica alla consuetudi­ne fatta proprio per mettere in sicurezza i settori (non solo il cinema). Ma questo potrebbe rivelarsi anche un boomerang. Perché un nuovo presidente si troverebbe alla sua prima Mostra con un direttore che non ha scelto.

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Da sinistra, Alberto Barbera, direttore della mostra del Cinema, e Paolo Baratta, presidente della Biennale (Vision)
Volti Da sinistra, Alberto Barbera, direttore della mostra del Cinema, e Paolo Baratta, presidente della Biennale (Vision)

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