Compare «Netflix» e partono i fischi No prosecco, no selfie
Registi su una crisi di nervi. «I personaggi ai quali sono abituato sono quelli che disegno. Mi obbediscono, seguono le mie direttive, non mi sfidano mai. Con gli attori è diverso. Lavorare nel cinema è come un incidente che ti destabilizza, un continuo straniamento da cui però sorgono meraviglie». Il fumettista Igort, pseudonimo di Igor Tuveri, racconta il suo esordio dietro la cinepresa con 5 è il numero perfetto, unico film italiano in concorso alle Giornate degli Autori, con Toni Servillo, Valeria Golino e Carlo Buccirosso. Un mondo per lui nuovo, dove si è lasciato guidare dal cast. «Il suo è un incanto da bambino verso il cinema – racconta Valeria Golino – un punto di vista originale, entusiasta e al contempo ingenuo». Toni Servillo, invece, parla di un connubio tra passione e candore intellettuale. «Toni sapeva a memoria ogni scena del film – ricorda Igort – ha fatto sì che sembrasse tutto più facile in un set che in realtà era una trincea, mentre io mi commuovevo costantemente dietro al monitor».
Fischi vintage
Una tempo era «Medusa». Al solo apparire del logo Avvistati
Pedro Almodóvar ieri ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera. Sotto, Laura Dern: mercoledì era a cena all’Harry’s
della casa di produzione dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, partivano i fischi della platea dei cinefili. Ora i testimone è passato a Netflix, produttore del film di Noam Baumbach Marriage story. All’apparire della «N» rossa, dal fondo della Sala Grande sono partiti i fischi e i «buuu». In misura proporzionale a quanti, c’è da scommetterci, custodiranno un prezioso abbonamento alla piattaforma.
No Prosecco, no foto
Il presidente Luca Zaia ama le foto. Specialmente le foto con i sostenitori. Ma provate a chiedere ai due ragazzotti che l’altroieri sera, alla cena di gala sulla terrazza dell’Excelsior, hanno provato a chiedergli un selfie recando in mano, ahi loro, una bottiglietta di Champagne, sponsor della Mostra del Cinema. «Se vieni con il Prosecco sì, con lo Champagne niente foto», ha tuonato il governatore. Rimandando i ragazzotti a casa con lo Champagne nel sacco. «Ringraziamo lo sponsor, ci mancherebbe – ha spiegato poi il presidente – ma a Cannes una cosa del genere non sarebbe mai accaduta: se ci fosse il Prosecco sarebbe meglio. Evidentemente, nemo profeta in patria».
Carciofi per Laura
La succursale del red carpet è sicuramente l’hotel Belmond Cipriani alla Giudecca, luogo preferito dai divi americani per togliersi dall’abbraccio invadente dei fan. Ma se devono soddisfare le loro curiosità culinarie, gli americani si affacciano quasi ogni sera all’Harry’s bar di Arrigo Cipriani. L’altroieri sera è toccato a Laura Dern e Adam Driver, tra gli interpreti del film Marriage Story di Noam Baumbach, passato ieri in concorso. «Da noi non c’è il menu degustazione o gourmet – commenta Arrigo Cipriani – qua sono liberi di prendere quello che vogliono e hanno mangiato i carciofi di Sant’Erasmo, le nostre mozzarelle e naturalmente le paste».