Corriere di Verona

«Allegro col cuore d’oro» Gli amici piangono Amine, annegato nel lago a 19 anni

- L. F.

Dolore ieri a Colognola per la morte di Amine Khaioui, (nella foto), il 19enne che venerdì è annegato nel lago.«Giocavamo ogni giorno a calcio - racconta l’amico Andrea - Era un ragazzo allegro e sempre sorridente». Sotto choc anche un altro amico, Atish: « Amine era un pezzo di pane».

Il sole illumina i filari dei vigneti ormai pronti per la vendemmia nel borgo di San Zeno, poche anime nella morsa della calura a due passi da Colognola ai Colli. Mohamed Amine Khaioui viveva lì: «Era venuto ad abitare qui da piccolo – ricorda la sua vicina, la signora Luigia Zavarise -. Mi dispiace tantissimo per quello che è successo. Era un bravo ragazzo».

Uno come tanti, allegro ed entusiasta della sua fresca gioventù, spezzata da un bagno nel lago. Una gita con gli amici, un tuffo per refrigerar­si dall’arsura. Le acque del Garda se lo sono inghiottit­o. In paese serpeggia il dolore, lo senti, lo annusi, lo tocchi. Troviamo i ragazzi della parrocchia che si danno un gran daffare alla Festa della Comunità di San Zeno; tra loro c’è Andrea Guglielmi, lui Amine lo conosceva bene: «Abito a 10 metri da lui. Ci conoscevam­o da quando eravamo ragazzini e giocavamo ogni giorno a calcio al campo di Colognola. Ci siamo un po’ persi di vista, quando io andavo a scuola a Soave e lui a Verona». Andrea è scosso, ma non gli manca la voglia di parlare: «L’ho saputo ieri sera cosa è successo; sono sconvolto. Era un ragazzo allegro e sempre sorridente» dice. «Amine abitava qui da sempre, ma era nato a Soave. Qui a San Zeno non lo si vedeva molto, lui frequentav­a di più Caldiero. È una famiglia che lavora qui da sempre, ben integrata nel territorio. Viveva

qui, ma gli amici più stretti li aveva a Caldiero. Atish è uno di questi, se vuole la posso mettere in contatto con lui».

Giusto due parole al telefono, e Atish Mungur, diciannove­nne come Amine lo incontriam­o in piazza, giù a Caldiero: «Avevamo quattordic­i anni quando ci siamo conosciuti. Tra noi è così nata una solida amicizia. Lui era come un fratello per me. Lui era il mio “diario vivente”. Amine era un pezzo di pane, uno che non ha mai gatto del male a nessuno. È dura pensare che ora non c’è più». Poi racconta: «C’era un posto libero in macchina. I butei mi han chiesto se volessi andare con loro, ma non avevo voglia di andare fino al Lago. Ma poi sulla chat che abbiamo su WhatsApp è arrivato un messaggio: “È successo un casino” c’era scritto. Poi non ne sono arrivati più, e abbiamo saputo cosa era accaduto. Non volevo crederci, ho sperato non fosse vero. E invece lo era. È un colpo durissimo, non ho parole. È un giorno molto triste» mormora con la voce strozzata dal dolore.

Prima di lasciarci, Atish ci tiene a ricordare l’amico tratteggia­ndone questo ritratto: «A calcio era fortissimo, sapeva nascondert­i la palla. Ci divertivam­o sempre con lui. Il suo lato migliore era l’allegria. Rideva e scherzava sempre. Mai triste, mai corrucciat­o. La verità è che con lui ho imparato ad andare sopra le cose. Amine era un bravo ragazzo dal cuore d’oro».

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Tragedia Mohamed Amine Khaioui, il ragazzo annegato venerdì nel lago di Garda
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