Riuso dell’ex seminario, opposizioni all’attacco
Dubbi sullo spazio riservato al commercio
(l.a.) Immediata raffica di reazioni politiche al via libera della Regione Veneto per il riuso dell’ex Seminario vescovile di San Massimo. Secondo Flavio Tosi «se vogliono farne un centro commerciale, nulla in contrario, ma è imbarazzante che l’assessore Segala neghi l’evidenza dicendo che sarà un ipermercato. La parte commerciale – spiega l’ex sindaco – sarà di 21 mila metri quadri, superiore a quella del vecchio centro commerciale di Verona Est e poco meno di quella delle Corti Venete, dell’Auchan e del Grand’Affi Shopping Center che sono di 25-26 mila metri. E le metrature saranno di poco inferiori ai 25mila metri del tanto osteggiato e vituperato da Sboarina-Bertucco centro commerciale La Cercola di San Michele, che – conclude Tosi - avrebbe dato in cambio il parcheggio scambiatore per il filobus». Federico Benini (Pd) assieme a Sergio Carollo e Riccardo Olivieri afferma da parte sua che “le rassicurazioni dell’assessore Segala tendenti ad escludere l’ennesimo centro commerciale, non convincono nessuno, mentre il rischio concreto è che si finisca per ingolfare via Lugagnano che è una delle principali porte di ingresso e di uscita della città».
E secondo Michele Bertucco (Sinistra in Comune) è «fintamente ingenuo il comportamento del Comune, che se ne sta alla finestra incapace di far valere le esigenze di S. Massimo limitandosi a sperare che non salti fuori l’ennesimo centro commerciale. Eppure – sostiene Bertucco - gli argomenti per ridurre l’impatto non mancano: dall’assenza di una viabilità adeguata all’inutilità socio-economica delle nuove funzioni, visto che di hotel, parchi o centri commerciali ce ne sono o ne sono previsti già troppi».