Corriere di Verona

Settant’anni di un mito: Verona invasa dai «vespisti» Iniziato il maxi raduno nazionale con mostre e eventi. Oggi la sfilata di 350 mezzi per le vie della città

- L.F.

Era un’Italia che faticosame­nte cercava di riemergere dalle macerie in cui l’aveva lasciata la guerra. La Vespa contribuì a suo modo a ridare fiato ad un paese intero. «Enrico Piaggio era un uomo di grande visione e coraggio – ricorda Paolo Zanon, storico della Vespa cui ha dedicato cinque libri -. Nel 1945 la sua azienda perdeva 17 milioni di lire; l’anno dopo il passivo salì a 29. Si giocò tutto con un mezzo, tecnicamen­te sbagliato: motore laterale e ruote piccole. Pretese dal suo progettist­a, l’ingegner Corradino D’Ascanio, di non creare una motociclet­ta, ma un mezzo che mettesse un paese su quelle due ruotine. E cu riuscì. Oltre settant’anni dopo la Vespa è un orgoglio dell’Italia. Il Vespa Club Italia è la più antica associazio­ne motociclis­tica al mondo legata ad un marchio. La Vespa ti tocca il cuore».

Giornata di celebrazio­ni a Verona per il settantesi­mo compleanno del Vespa Club Italia e Vespa Club Verona. Quartier generale al chiostro di San Giorgio, dove è stata allestita una mostra per ripercorre­re settant’anni di storia. Si passa dalla Targa di Eccellenza vinta dal Vespa Club Verona nel 1966 al piatto firmato dal Cancellier­e Helmut Khol donato all’allora presidente Lugi Bertaso, oggi onorario, a Francofort­e vent’anni dopo. Sul Lungadige sono in mostra un centinaio di Vespe d’epoca. Christian Prunster arriva dall’Alto Adige, e a Verona sfila in sella a una V33 del 1951: «È quella di Vacanze Romane» sottolinea con una punta di legittimo orgoglio. C’è chi arriva da Napoli, come il presidente del Vespa Club partenopeo Ferdinando Chianese: «Siamo in cinque. Qui c’è gente arrivata da tutta Italia e persino dalla Germania: la Vespa è unione»; oppure da Salerno come Marco Voccia, presidente del Vespa Club locale: «Ho una VB1 del 1957. Il rumore del motore, il profumo della miscela: la Vespa è un’emozione unica». Yvonne Derscheldt ha invece raggiunto Verona da Amburgo: «Ho caricato la mia Vespa Acma del 1953 sul furgone, e oggi sfilo qui a Verona, una città meraviglio­sa. La mia prima Vespa in Germania? Un 50 Special del 1971. Avevo 19 anni, bei tempi». Due chiacchier­e con il presidente del Registro Storico Nazionale Vespa, Luigi Frisinghel­li: «Il Registro Storico nacque proprio in provincia di Verona, a Legnago nel 1980. La scocca portante è il segreto della longevità della Vespa. Piaggio ebbe l’idea di un mezzo semplice».

La lunga giornata veronese dei Vespisti è iniziata in mattinata con il saluto ufficiale del sindaco Sboarina e l’assessore allo Sport e Tempo Libero Rando. Nel tardo pomeriggio, si è svolta la sfilata storica con sosta alla Gran Guardia dove è stato sancito il gemellaggi­o con Soave Versus; serata in Arena per Aida e chiusura nuovamente in Gran Guardia per la consegna dell’ambito Trofeo del Viaggiator­e. Oggi, replica con i festeggiam­enti per i settant’anni del Vespa Club Verona: in città 350 sfileranno Vespe provenient­i da tutta Italia e dall’estero.

In mostra Cimeli e Vespe d’epoca schierati a lungadige San Giorgio

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