Corriere di Verona

Alpo, le lillipuzia­ne ritentano la scalata alla serie A1

- Sorio

La priorità era rinfrancar­e le casse, coniugando l’esigenza di portafogli con le esigenze di Michele Marcolini. E così, ecco un Chievo che, al gong del mercato estivo, mette a bilancio cessioni per circa 23 milioni di euro a fronte di una spesa per gli arrivi, in gran parte prestiti, di poco superiore al milione. Fanno rumore le uscite di tasselli come Stepinski (5.5 milioni dall’Hellas) e Depaoli (4.5 milioni dalla Samp), di altri ex titolari in A come Leris (2.5 milioni, ancora Samp), Bani (2.7 milioni dal Bologna) e Jaroszynsk­i (4 milioni dal Genoa), di senatori come Tomovic (600.000 euro dalla Spal) ed Hetemaj (un milione dal Benevento). Ma un positivo brusio lo stanno generando anche i nuovi arrivi Esposito (regista titolare, in prestito dalla Spal) e Segre (mezzala in prestito dal Torino) mentre con l’Empoli ha debuttato il centrale Vaisanen (acquistato per 600.000 euro dalla Spal) e a Venezia, alla ripresa della B, sabato 14 settembre, si dovrebbe vedere quel Dickmann (sempre dalla Spal) che colma il vuoto d’interpreti puri a destra. Il principale beneficio, va detto, il Chievo che esce da questa sessione di piazza affari — la prima portata avanti dal nuovo responsabi­le dell’area tecnica, l’ex capitano e bandiera Sergio Pellissier, insieme al procurator­e-collaborat­ore esterno Giorgio De Giorgis — l’ottiene alla voce «bilancio». Quel bilancio che, peraltro, registra adesso anche l’ossigeno della seconda, ultima fetta del «paracadute», 10 milioni di euro dopo la prima tranche da 15 milioni già incassata: in tutto, dunque, 25 milioni per il Chievo neoretroce­sso, col punto di domanda sul «taglio» di cinque milioni previsto da quel contributo di solidariet­à contro cui club della Diga ed Empoli hanno fatto ricorso al Collegio di garanzia del Coni. Tornando al campo, il Chievo ha adesso almeno un titolare e un’alternativ­a per ogni settore. Da verificare, comunque, la difesa: in mezzo va recuperato Cesar per accostarlo al fin qui affidabile Rigione, dopodiché restano da vagliare le garanzie che possono dare Vaisanen così come in fascia, dietro Brivio e Dickmann, i Frey, Pavlev, Cotali. C’è ricchezza in mediana, con Bertagnoli che può alzarsi a mezzala, anche se prevalgono gli interpreti leggeri e rapidi alla Garritano, Giaccherin­i, Schafer, mentre Obi potrebbe essere una carta anche da regista (ruolo in cui Marcolini l’ha provato in estate). La «partita» forse più interessan­te riguarda l’attacco. Sia le punte, visto che l’uscita di Stepinski promuove Djordjevic a titolare. Sia chi, le punte, dovrà ispirarle. Il Pucciarell­i visto con Perugia ed Empoli è stato per nulla incisivo. E nel ruolo di trequartis­ta, adesso, il Chievo è certo di avere, almeno fino a gennaio, Vignato. Così, ieri, Pellissier, a proposito del gioiellino: «Sinora aveva giocato poco perché era sul mercato, ma il quadro è cambiato e potrà avere spazio. Fino all’ultimo abbiamo cercato di cederlo perché andare in scadenza nel 2020 è un problema. Avevamo cercato di rinnovare a inizio estate ma l’agente, Tullio Tinti, non ha voluto. Ora riproverem­o ad allungare il contratto per poi cedere Vignato più avanti: ma se dovesse avere la voglia dimostrata un serie A, adesso potrebbe darci una grossa mano».

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