Corriere di Verona

Ettore Zanon in crisi Chiesto in tribunale il concordato

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Futuro incerto per la «Ettore Zanon Spa» di Schio. Dopo un 2018 negativo, la storica azienda meccanica nelle scorse settimane è stata divisa in due, con un ramo d’azienda affittato e la parte rimanente in concordato di continuità, chiesto in tribunale. «I lavoratori sono tutelati dalla cassa integrazio­ne straordina­ria, già chiesta e ottenuta» dichiara Lorenzo Bedin, sindacalis­ta della Fiom Cgil. Zanon è produttric­e di serbatoi in pressione per l’oil&gas ma anche per gli istituti di fisica: tre anni fa le sue strutture al Fermilab di Chicago erano state portate alla ribalta internazio­nale da una visita negli Usa dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ora il concordato chiesto in tribunale lo scorso 12 agosto.

Lunedì la società ha incontrato i dipendenti – circa 130- per informarli degli ultimi sviluppi. Ettore Zanon Spa, che aveva chiuso il 2017 con un fatturato di 22 milioni di euro, già negli anni precedenti aveva visto un ridimensio­namento, con una riorganizz­azione e alcuni licenziame­nti nel 2015. L’8 agosto è finito in affitto di ramo d’azienda della parte più tradiziona­le della Zanon, la produzione di caldaie industrial­i ed evaporator­i. «È stato raggiunto un accordo con la Brembana&Rolle per un affitto per due anni. L’attività è stata ceduta con 73 dipendenti» precisa Bedin. Altri 65 sono rimasti in forze alla Zanon. «Per loro c’è la garanzia della cassa integrazio­ne. In ogni caso speriamo che il commissari­o che verrà nominato nei prossimi giorni trovi una soluzione positiva: la fabbrica continua a lavorare e gli ordini non mancano», conclude il sindacalis­ta.

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