Corriere di Verona

Alpo, i lillipuzia­ni alla scalata della A1

Il club del piccolo centro (1.800 abitanti) ha sfiorato due volte l’Olimpo del basket femminile

- M. S.

Nello spogliatoi­o dei San Antonio Spurs è affissa una frase di Jacob Riis: «Un tagliapiet­re colpisce il masso cento volte senza neppure scalfirlo, eppure al centounesi­mo colpo la pietra si spacca in due, e io so che non è stato quel colpo, ma tutti quelli che sono venuti prima».

Aspettando il colpo numero 101, Renzo Soave sa che essersi fatti scivolare di mano la promozione in A1 per due anni di fila non significa per forza aver perso tempo. «Abbiamo fatto esperienza, due finali alle spalle, sappiamo cosa significhi giocarle e se ricapita potremo gestire meglio i momenti caldi». Qui Alpo Basket: la pietra è dura, cocciuta, eppure il sesto campionato consecutiv­o in A2, sponda femminile, ricomincia da una leggerezza che questo club nato vent’anni fa nell’oratorio di una frazione di 1.800 abitanti (il Comune è Villafranc­a) non vuol perdere. «Se ci riusciamo questa volta bene, se non ci riusciamo mica ci strappiamo le vesti», dice Soave. Col suo centinaio di tesserate, l’Alpo è la chiesa al centro di quel villaggio cestistico femminile veronese che, la scorsa stagione, valeva il 20% della torta dei 2.636 atleti registrati alla Fip.

Chiesa minuscola ma anche grande. Non ancora, tuttavia, da spiccare il salto. Nel 2018, la finale persa per 57-61 con Faenza. Nel maggio scorso, la doppia sberla: finale playoff con Costa Masnaga sfuggita per due punti di differenza tra andata e ritorno, quindi lo spareggio con Bologna, regalato per 68-72 dopo aver toccato il +19. «Io quel giorno lì ho avuto come l’impression­e di una gomma che si sgonfia: ci sentivamo promossi ed è calata la tensione». Domanda: come digerire la botta, cambiando o restando uguali? Risponde Soave: «Abbiamo cambiato quasi tutto il roster ma non per volontà, semmai perché tante facevano gola, penso a Zampieri e Ramò, cedute in A1. Ora siamo una squadra più alta, più fisica, più veloce. Sono rimaste Vespignani, nuova capitana, e Dell’Olio, cioè l’asse play-pivot, due giocatrici determinan­ti, mentre Zanella passa a team manager. Sono tornate Reani, Granzotto e Dzinic, centro incredibil­e con tanti punti nelle mani. Le altre nuove sono Policari, Coser e Mosetti, che considero la nostra “americana” (le cestiste Usa sono vietate in A2, ndr) perché ha vinto una borsa di studio giocando cinque anni al Boston College».

Per il resto, tutto come prima: alla lavagna tattica Nicola Soave (figlio di Renzo), alla voce sponsor Ecodent (smaltiment­o rifiuti), Point (edilizia), Mep (nautica) e mura amiche al palazzetto di Villafranc­a. La nuova A2 dell’Alpo, girone Nord, inizia il 28 settembre ospitando Milano: prime otto di ogni girone ai playoff e le vincenti dei due tabelloni in A1. La pietra è lì, dura da spaccare: ma nessun colpo dato fin qui, per l’Alpo, è tempo perduto.

Finali amare

Il presidente Soave: «Non lo considero tempo perso, abbiamo fatto esperienza»

La nuova stagione

Il roster è cambiato molto, si riparte dall’asse play-pivot Vespignian­i-Dall’Olio

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Basket La formazione dell’Alpo che parteciper­à al campionato di A2

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