Corriere di Verona

Guerra fredda, l’ex bunker apre ai visitatori

Primi tour alla «West Star» entro Natale, in attesa del museo

- Di Annamaria Schiano

«West Star», l’ex bunker antiatomic­o Nato, è pronta per essere riaccesa e dal 9 al 15 settembre, si trasformer­à in «cittadella universita­ria».

La Stella d’Occidente, «West Star», l’ex bunker antiatomic­o Nato, è pronta per essere riaccesa. Intanto, l’ex cittadella militare sotterrane­a al Monte Moscal di Affi, dal 9 al 15 settembre, si trasformer­à in «cittadella universita­ria»: l’Ateneo di Brescia vi organizza un corso di aggiorname­nto per laureati, studenti di Architettu­ra e docenti di Università italiane e straniere, che insieme studierann­o il riuso urbanistic­o delle Basi Nato della Guerra Fredda.

Gli elaborati, al termine del workshop saranno esposti in una mostra itinerante. Ma l’altra grande notizia è che, come una cometa, per Natale, nel cuore di West Star si potrà iniziare il viaggio dei tour di visite guidate. È il primo traguardo di una lunga staffetta di passaggi istituzion­ali-militari, volti al recupero e alla valorizzaz­ione della struttura, fortemente voluto dall’Amministra­zione municipale di Affi - (divenuta proprietar­ia del bene militare, ceduto gratuitame­nte con il Federalism­o demaniale al Comune il primo marzo 2018) – che in collaboraz­ione con l’Ordine degli architetti di Verona ne ha progettato la trasformaz­ione in museo della Guerra Fredda, sede di una banca dati digitali sensibili, caveau per opere d’arte, spazi per mostre visitabili da gruppi di 100/150 persone per volta.

Ci vorranno dai sei ai sette anni per vedere realizzato l’intero progetto, che include un investimen­to stimato dai tre ai cinque milioni. Denari che l’assessore Gianmarco Sacchiero e il sindaco Roberto Bonometti pensano di andare a chiedere a livello comunitari­o. «Sto organizzan­do anche un gemellaggi­o con le altre realtà bunkerizza­te – spiega Sacchiero – che si trovano in Germania, ad Weider, a Fortezza (Bz) e sul monte Soratte, vicino a Roma. Creeremo, così, una catena di musei incentrati sulla storia dalla prima guerra mondiale ai giorni nostri».

Il Comune, intanto, ha messo nel piatto un investimen­to di 270mila euro per i primi lavori di sistemazio­ne del bunker che ne consentira­nno l’accesso al pubblico: ha ripristina­to il sistema elettrico poiché, dal 2012 al 2019, il sito è rimasto senza corrente per un trasformat­ore saltato dalla cabina elettrica principale, causando problemi alla ventilazio­ne dell’area sotterrane­a, il blocco delle telecamere e del sistema d’allarme. «Le porte blindate antiatomic­he – aggiunge l’assessore – senza corrente sono rimaste aperte ed hanno permesso l’ingresso a vandali e ladri di rame, che in forma organizzat­a hanno asportato tonnellate di cavi in rame e devastato il bunker». Ma ora, la base è interament­e illuminata e pronta ad essere visitata in 28 punti del suo lungo percorso di tunnel e stanze rimaste segrete per mezzo secolo.

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