Corriere di Verona

IL NORDEST NEL QUADRO GIALLOROSS­O

- di Stefano Allievi

Non è solo un nuovo governo: è un nuovo quadro politico, quello che si sta delineando. E una nuova stagione: che potrà avere effetti fino a ieri inimmagina­bili anche a livello regionale e locale. La rapidità del cambiament­o nel paesaggio politico verrà ricordata come la più repentina della storia repubblica­na. Solo ieri sembrava si stesse delineando la marcia trionfale di Salvini e della Lega verso un governo di centro-destra dalla maggioranz­a blindata. A pochi giorni di distanza è già istituzion­alizzato uno scenario inedito e opposto, che relega il centrodest­ra all’opposizion­e. Merito (colpa, secondo i punti di vista) di Salvini, che ha voluto giocarsi il travolgent­e crescendo nei sondaggi nel momento e nel modo sbagliato: con quello che passerà agli annali come uno dei più clamorosi autogol della storia politica postbellic­a. Un suicidio non assistito (ha fatto tutto da solo), i cui effetti si sentono già: con Salvini stesso non più al centro dei radar della comunicazi­one, che inondava in maniera debordante, con grande capacità, fino a ieri. Si riprenderà, e anche presto, e metterà in gioco tutto il suo peso: ma intanto il danno è stato fatto. Privo di quel formidabil­e palcosceni­co che era il ministero dell’Interno, e il ruolo di vicepremie­r, usati come macchina teatrale ed elettorale, è ipotizzabi­le che con la stessa velocità con cui è salito, il consenso popolare potrebbe diminuire, anche se certamente si attesterà su livelli molto più alti di quelli da cui partiva alle elezioni.

In questo senso, mezza vittoria per il fronte anti-sovranista c’è: il rovesciame­nto degli equilibri nel centrodest­ra è nelle cose, la visibilità della sua leadership pure. E potrà essere utile alla prossima scadenza elettorale, vicina o lontana che sia. Ma è successo anche altro, che potrebbe costare qualcosa a Salvini e alla Lega. E’ vero che la platea dei sostenitor­i

è cresciuta e si è galvanizza­ta. E’ altrettant­o vero però che una componente crescente di opinione pubblica – anche di centrodest­ra – si è sempre più infastidit­a dello stile istituzion­ale ingombrant­e e irrituale, per usare una parola sobria che poco si attaglia al modo con cui Salvini ha esercitato il suo ruolo, e delle derive che lasciava prefigurar­e. Come spesso succede: più ti caratteriz­zi in un senso, più crei le condizioni per una caratteriz­zazione non uguale di peso ma certamente contraria. E’ già accaduto ad altri leader del recente passato, in altre aree politiche: si pensi a Matteo Renzi. La scommessa è sulla durata del governo: che, di suo, nasce fragile, esposto agli sbandament­i di una maggioranz­a per ora posticcia, agli strali di un’opposizion­e incattivit­a, alle temperie di provvedime­nti dolorosi, soprattutt­o sul piano economico, che dovranno essere presi. Più sarà lunga, più il Salvini «fenomeno» si depotenzie­rà in favore del Salvini semplice capo politico, e più gli italiani si abituerann­o al clima mutato, i nemici interni alla sua area si rafforzera­nno, quelli esterni si riconfigur­eranno. E qui stanno le novità anche locali. Se durasse – il se è d’obbligo – ci potrebbe essere il tempo di trasformar­e l’alleanza in qualche modo forzata di governo nell’interesse strategico a riprodurla anche sul piano regionale e locale. In Veneto questo significhe­rebbe l’unico possibile tentativo di intaccare il regno incontrast­ato di Zaia, in qualunque altro scenario inscalfibi­le: molte giunte troverebbe­ro altra configuraz­ione di governo, trasforman­do uno Zaialand quasi uniformeme­nte virato al verde in un territorio più a macchia di leopardo. Inoltre la discesa in campo di Calenda (campione di preferenze alle europee nel Nordest) con un proprio partito, dopo aver portato molti voti non suoi al Pd, promette di cambiare gli equilibri anche in quest’area: riconfigur­ando il profilo dell’elettorato moderato della regione, che potrebbe contare anche su una sponda liberalpro­gressista. E anche questo aiuterebbe l’evoluzione del quadro politico verso orizzonti inesplorat­i: fino a ieri nemmeno pensabili.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy