Gioielli, la fiammata dell’oro mette il freno agli ordini
Apre oggi VicenzaOro. Fiera, Ieg rivede la partita degli investimenti
VicenzaOro, la fiammata dei prezzi dell’oro preoccupa il settore. L’edizione autunnale apre oggi alla Fiera di Vicenza, dove i padiglioni saranno aperti fino a mercoledì. E se da un lato pesa come un macigno, con la frenata sugli ordini, il rincaro dell’oro, che nell’ultimo semestre ha visto una fiammata all’insù del 20%, dall’altro l’esposizione vicentina potrebbe accogliere un discreto numero di buyer esteri in più: gli operatori prevedono che Vicenza verrà preferita ad Hong Kong, fiera al via il 16 settembre, per timore delle turbolenze legate alle proteste di questi giorni.
Intanto Ieg, la società fieristica di Rimini e Vicenza, ha diffuso ieri i dati economici dell’export italiano che restano incoraggianti: nel primo trimestre 2019 le vendite sono cresciute dell’1,9%, per un controvalore che supera gli 1,5 miliardi di euro. Nel dettaglio, il singolo distretto di Vicenza ha segnato un aumento di export del 2,1% con una quota del 19% sul totale esportato. A «ViOro September» si segnala poi la presenza nei padiglioni dei maggiori marchi: Crivelli, Damiani, Roberto Coin, Fope, Palmiero, Picchiotti, Annamaria Cammilli, Chantecler e la «new entry» Stephen Webster oltre al rientrato UnoDe50.
E sul piano societario, va sottolineato come l’incontro di ieri tra il presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni, e il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, abbia riaperto il programma degli investimenti sul quartiere fieristico di Vicenza, anche se tutto da scrivere. Accantonato il piano di oltre 30 milioni per rifare i padiglioni, si punta su digitalizzazione, parcheggi, servizi e accessibilità.
Ma intanto a tener banco tra gli operatori è il radicale cambio di scenario per il settore negli ultimi mesi, appesantito dalla corsa al rincaro del bene rifugio per eccellenza. L’oro è su quotazioni di 45 euro al grammo, rispetto ai 37 di marzo. Né va molto meglio per gli altri metalli preziosi: l’argento vale circa 545 euro al chilo, dai 400 d’inizio luglio. «Aumenti che condizionano le aspettative e bloccano gli ordini – conferma Massimo Poliero, alla guida della vicentina Legor Group –. E non c’è solo l’oro. Il rodio, usato in alcuni trattamenti, è arrivato addirittura a 150 euro a grammo. Variazioni che creano molta instabilità: i player aspettano, sperano in un ribasso che però probabilmente non ci sarà: le previsioni sono di ulteriori crescite. È una questione globale: rallentano pure Cina e Nord America, mentre l’India tiene bene. Chiaro, se il prezzo rimanesse alto ma stabile per tre mesi, il mercato si riassesterebbe». E ancora: «Per VicenzaOro le prospettive erano buone; ma con queste variazioni ci si aspetta che gli ordini saranno in calo: si faranno quelli sufficienti da qui a Natale».
Simile l’analisi di Cesare Bizzotto, titolare della Asolo Gold di San Zenone degli Ezzelini: «Il prezzo della materia prima sta rallentando le esportazioni. Il cliente è cauto nell’acquistare o non lo fa. Poi, quando ci sarà la necessità, arriveranno le richieste urgenti. La frenata segue a una prima parte dell’anno in cui il mercato era andato bene. Gli ordini ci sono, ma molti clienti stanno cercando di aspettare a ritirare, perché il prezzo dell’oro viene fissato al momento della vendita». Per Bizzotto VicenzaOro «sarà in linea con le edizioni precedenti. Ho l’impressione che qualcuno non andrà ad Hong Kong ma verrà qui». Sul tema insiste anche Maurizio Bertoncello, imprenditore vicentino e consigliere nazionale di Federorafi (Confindustria): «Le prospettive per la fiera vicentina sono buone, si prevedono molti arrivi in più anche per via di Hong Kong. Ma i prezzi di oro e argento destano grande preoccupazione». Per il presidente vicentino della categoria, Enrico Peruffo, «alle fluttuazioni non resta che abituarsi».