Rimborsi Fir, in rivolta anche i legali
Voci nel portale che mancano, come le tipizzazioni previste dai decreti attuativi o gli affrancamenti. Memoria insufficiente per caricare tutti i documenti; procure speciali richieste, che però i Comuni non possono autenticare e documenti dalle banche che non arrivano. Sono solo alcune delle difficoltà che lamentano le associazioni dei risparmiatori Bpvi e gli avvocati per accedere al Fir, al Fondo indennizzo risparmiatori - che deve procedere ai ristori con lo schema del 30% del valore d’acquisto delle azioni e tetto a centomila euro -incagliati nei crac bancari. Associazioni e professionisti hanno per lo più sospeso la presentazione delle domande attraverso il portale Consap. I dubbi si moltiplicano e la tensione sale.
Non solo tra i comitati, ma anche tra gli avvocati che seguono già i risparmiatori ammessi come parte civile nel processo per il crac Bpvi, e che alla fine finiranno per occuparsi anche delle domande di rimborso. Sono sul piede di guerra. Un centinaio di legali che hanno annunciato iniziative nei prossimi giorni. «Devono darci risposte: le domande sono pronte ma non possiamo inserirle», sostiene l’avvocato Renato Bertelle, presidente dell’Associazione nazionale azionisti Bpvi.
Stessa linea dai comitati. «Ci sono molte criticità e cinquemila domande ferme che dovremo aiutare ad inserire. Ma non ci assumiamo questa responsabilità, senza risposte chiare. I sei mesi a disposizione però stanno scorrendo - sostiene Luigi Ugone, presidente di «Noi che credavamo nella Bpvi», che ieri ha fatto un primo punto -. Il sito è stato fatto con precisione troppo approssimativa. Qualcosa è stato corretto in questi giorni, ma poco e male. Gli indennizzi erano un punto del programma di governo, chi doveva vigilare non lo ha fatto». Cosa fare Ugone lo ha ben chiaro: «Con la crisi di governo si è fermato il colloquio con i palazzi. Ma non demordiamo: urge un incontro a Roma, siamo in attesa di essere convocati. Non vorremmo dover andare in piazza». Anche per Andrea Arman, presidente del Coordinamento Don Torta, con Ugone ieri a Vicenza, «Ci sono tanti vuoti, il rischio di errore è altissimo nella procedura e se si sbaglia non c’è possibilità di appello: la domanda viene bocciata. A quanto ne so, di settemila registrazioni solo 130 circa sono arrivate a conclusione».
Sul caso il deputato di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha presentato un’interpellanza al ministro dell’Economia e finanze. «I dati richiesti sono estremamente complessi, e se non vengono tutti inseriti con precisione la procedura si blocca - si legge - La situazione è aggravata dal divieto ai compensi, quindi i risparmiatori non possono rivolgersi per un aiuto ad avvocati e consulenti». Ma per Bertelle «un professionista può chiedere un compenso per la prestazione, se c’è l’accordo, ha diritto ad essere pagato. Chiedo 120 euro, appena i costi di studio, per chi ha un reddito sotto i 35mila euro».