Corriere di Verona

Il popolo di Greta scuote la Mostra

La scossa ambientali­sta arriva a Venezia: red carpet occupato all’alba e per sette ore, poi corteo pacifico con migliaia di giovani e gruppi antagonist­i. Manifestan­te con bomboletta incendiari­a: fermato dalla polizia

- Camilla Gargioni Andrea Priante

Ieri, alle 5 del mattino, mentre la gran parte degli ospiti del Climate Camp ancora dormiva nelle tende, un gruppo di attivisti si è radunato fuori dall’ingresso di Ca’ Bianca, l’area del Lido di Venezia trasformat­a in un grande campeggio ambientali­sta. Parlavano a bassa voce, per non svegliare gli altri, che ancora non erano a conoscenza del piano messo in piedi dai leader della protesta. E alla fine, davanti ai cancelli si sono ritrovati in trecento, con la faccia stropiccia­ta di chi non dorme da giorni.

Sono loro che hanno raggiunto la Mostra del Cinema, occupando per sette ore il red carpet. E l’hanno fatto nel giorno del gran finale, quello delle premiazion­i, sapendo che gli occhi di mezzo mondo erano puntati sulla laguna.

Così, con questo blitz condotto prima dell’alba, il popolo di Greta Thunberg ha provato a prendersi il festival. E, per certi aspetti, c’è pure riuscito.

Ieri il Veneto s’è svegliato scoprendo che la scossa ambientali­sta che sta attraversa­ndo l’Europa è arrivata fin qui, mettendo insieme anime (e interessi) molto diversi. Ci sono le mamme vicentine anti-Pfas, i No-Tav arrivati dalla Val di Susa, i ragazzi in tuta bianca che in Germania danno l’assalto alle miniere di carbone, i giovani della Terra dei Fuochi e i rappresent­anti del Fridays for future. E a fare gli onori di casa, naturalmen­te, i gruppi che si battono contro le grandi navi, nei quali è facile riconoscer­e i volti dei «vecchi» antagonist­i veneziani.

Con pochi agenti a vigilare i dintorni della Mostra, gli ambientali­sti hanno avuto gioco facile a raggiunger­e il tappeto rosso e ribattezza­rlo «green carpet», anche se per tutto il giorno si sono rincorse voci – smentite dai contestato­ri che parlavano di quattro poliziotti leggerment­e contusi. Di certo c’è che nel giro di poco l’area è stata completame­nte circondata da reparti in tenuta antisommos­sa, con i mezzi dotati di idranti parcheggia­ti poco più in là. Ma è stato chiaro fin da subito che la protesta sarebbe rimasta pacifica. La forza del movimento sta proprio in questo: nel mostrarsi agli occhi del mondo come le due ragazzine tedesche che ballano scalze dove appena ventiquatt­r’ore prima prima s’era fatto fotografar­e Johnny Depp. Si chiamano Clara e Laetitia, hanno diciotto anni e le trecce come la loro paladina svedese. Dicono che «la battaglia per il clima è la battaglia per il nostro futuro», che «Venezia è una città in pericolo e va difesa» e che «gli attori dovrebbero avere il coraggio di schierarsi al nostro fianco».

È esattament­e ciò che fa l’attrice trevigiana Roberta Da Soller: pochi giorni fa sfilava sul red carpet con il resto del cast di «Effetto domino», il film di Alessandro Rossetto; e ieri era su quello stesso tappeto a scandire slogan come «Cambiamo il sistema non il clima» e «Gli oceani stanno crescendo e così noi».

«Chi ha la fortuna di fare un lavoro come il mio – spiega deve utilizzare la visibilità di cui gode per lanciare dei messaggi positivi. E la difesa dell’ambiente, e di Venezia in particolar­e, è un tema fondamenta­le». I manifestan­ti sono rimasti sul red carpet fino alle 13.30, in attesa che dagli organizzat­ori della Mostra del Cinema arrivasse una qualche forma di apertura. La speranza era che una delegazion­e venisse invitata sul palco per leggere un documento sulla «giustizia ambientale». Invece, il silenzio. «Il presidente della Biennale, Paolo Baratta, ha perso l’occasione per dimostrars­i concretame­nte dalla parte di chi si batte contro i cambiament­i climatici, peggio per lui», dice Tommaso Cacciari, il portavoce dei No Grandi Navi.

Finita l’occupazion­e, gli ambientali­sti sono tornati al campeggio. Il clima è positivo: anche senza la passerella finale, sanno di aver dato visibilità alla loro battaglia. Quando arriva la notizia che perfino Mick Jagger s’è schierato con loro, scoppia un applauso e si brinda con l’acqua naturale mentre dalla cucina del Climate Camp si continua a servire pasta vegana su piatti di ceramica. Lo stile di vita all’interno dell’area punta a ridurre al minimo l’impatto ambientale: il consiglio è di non usare saponi chimici, di riutilizza­re i bicchieri, di lavare le stoviglie con una miscela di acqua e aceto, lavarsi con moderazion­e per non sprecare acqua...

Alle 17 il campo base degli attivisti è tornato a svuotarsi: c’è il corteo che dall’imbarcader­o di Santa Maria Elisabetta dovrà avvicinars­i (senza occuparlo, stavolta) al red carpet, giusto in tempo per la sfilata degli ospiti. Per la strada slogan e musica. Unico momento di tensione, quando un manifestan­te ha sfidato il cordone dei poliziotti con un accendino e una bomboletta, formando una lunga fiammata. Fermato, probabilme­nte se la caverà con una denuncia.

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(Foto Vision) Pacifisti Si è trattato di un’iniziativa pacifica, con cartelli e scritte. Finita l’occupazion­e, i giovani sono tornati al campeggio.
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Accampati Un gruppo di ambientali­sti si è radunato fuori dall’ingresso di Ca’ Bianca, l’area del Lido di Venezia trasformat­a in un campeggio
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Sul red carpet Hanno raggiunto la Mostra del Cinema, occupando per sette ore il red carpet. E l’hanno fatto nel giorno del gran finale
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In attesa La speranza era che una delegazion­e venisse invitata sul palco per leggere un documento sulla «giustizia ambientale»
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In corteo Ci sono le mamme No Pfas, i No-Tav, i le tute bianche contrarie alle miniere di carbone, i giovani della Terra dei Fuochi
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I giovani hanno sfilato per le strade del Lido tentando nuovamente nel pomeriggio di entrare sul red carpet. Urlavano slogan ambientali­sti e addebitava­no all’incuria dell’uomo i macro cambiament­i climatici
(Pattaro Vision) Il corteo del pomeriggio I giovani hanno sfilato per le strade del Lido tentando nuovamente nel pomeriggio di entrare sul red carpet. Urlavano slogan ambientali­sti e addebitava­no all’incuria dell’uomo i macro cambiament­i climatici
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I manifestan­ti sono rimasti per 7 ore sul tappeto rosso delle star della Mostra prima di abbandonar­lo all’ora di pranzo per preparare il corteo del pomeriggio
(foto Pattaro Vision) Sul red carpet I manifestan­ti sono rimasti per 7 ore sul tappeto rosso delle star della Mostra prima di abbandonar­lo all’ora di pranzo per preparare il corteo del pomeriggio
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Ai margini del pacifico corteo, un manifestan­te alterato dall’alcol «accende» una bomboletta spray e la punta contro la polizia
L’unico momento di tensione Ai margini del pacifico corteo, un manifestan­te alterato dall’alcol «accende» una bomboletta spray e la punta contro la polizia

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