Corriere di Verona

La promessa del ministro «Entro fine mandato via le navi da San Marco»

Franceschi­ni twitta, il sindaco Brugnaro punge i manifestan­ti

- Gi. Co. - G. Pra.

«Un impegno: entro la fine del mio mandato nessuna grande nave passerà più davanti a San Marco», twitta il neo ministro ai Beni culturali Dario Franceschi­ni, poche ore dopo che gli attivisti avevano occupato il red carpet della Mostra del cinema per protestare anche contro la presenza delle crociere in laguna. Un obiettivo su cui tutti, a parole, sono d’accordo: sia chi le vuole a Marghera sia chi non le verrebbe più far entrare nemmeno in laguna. Tuta bianca e tradiziona­li bandiere contro il passaggio delle crociere, i manifestan­ti hanno voluto porre l’attenzione sui cambiament­i climatici, far capire che bisogna dire basta alle grandi navi, spingere il governo a mettere in agenda i problemi del pianeta come priorità. «Anche perché Venezia è una delle città che prima di ogni altra paga e pagherà sempre più il prezzo dei cambiament­i climatici», è intervenut­a Luana Zanella, dell’esecutivo nazionale dei Verdi. «Il vincolo del Mibac è solo il primo passo, abbiamo perso troppo tempo e il mondo ci guarda incredulo», ha risposto il ministro, ben sapendo che un percorso è già avviato al ministero delle Infrastrut­ture (gli approdi diffusi a Porto Marghera) e che il Comitatone del 2017 una doppia soluzione l’aveva trovata (diversa da quella ipotizzata dall’ex ministro 5s Danilo Toninelli: le navi più grandi a Marghera e quelle più piccole alla Marittima passando per il canale Vittorio Emanuele).

«Ma occupare il red carpet è una sceneggiat­a che si ripete ogni anno — ha precisato il sindaco Luigi Brugnaro —. Il tema dei cambiament­i climatici è sotto gli occhi di tutti e chi li nega è un cieco che non vuol vedere, che ci siano gruppi che vogliono visibilità attorno alla Mostra del Cinema fa sorridere. Penso sarebbero più proficue le azioni concrete, quelle che diciamo da tempo come le soluzioni sulle grandi navi che avevamo trovato mettendo d’accordo, Città metropolit­ana, Regione, Autorità portuale e governo precedente. O come i marginamen­ti di Porto Marghera che vanno finiti: c’erano i soldi ma sono spariti, così gli inquinanti continuano ad andare in laguna». Non a caso il deputato (leghista) veneziano Alex Bazzaro è entrato a gamba tesa sull’uscita del neo ministro Franceschi­ni: «Dica chiarament­e ai veneziani cosa intenda fare perché se è venuto a Venezia per raccontare la trama di un film di fantascien­za rischia di fare la fine del suo predecesso­re che, follemente, voleva spostare il transito a Chioggia — attacca —. Oltre ai proclami da social presenti un progetto concreto». Ma se il leghista punta il ministro, i Cinque stelle e i dem guardano alla manifestaz­ione. «Intorno a me ci sono attivisti che con grande energia si battono per l’ambiente, contro le trivelle, le grandi navi, i cambiament­i climatici, con una visione del mondo che guarda alla vita e che sostenga il futuro. Il mondo della politica oggi non può ignorare queste voci», dice il presidente della Commission­e Cultura della Camera Luigi Gallo (M5S). «Per la prima volta dopo tanto tempo i giovani sono tornati a interessar­si ai temi della politica — aggiunge l’onorevole Pd Nicola Pellicani — Sono tornati a farsi sentire, prima con le marce per l’ambiente, oggi con la protesta, ed è uno stimolo che le istituzion­i e il governo non devono ignorare».

Uno sprone che neanche Sègoléne Royal, presidente di Cop21 ed ex ministro dell’Ambiente francese, a Venezia per partecipar­e al Festival della Politica, intende sottovalut­are: «I giovani di tutto il mondo si alzano in piedi e chiedono alle generazion­i che li precedono di consegnare loro un mondo migliore di quello odierno — sottolinea l’esponente francese —. Certo, per chi organizza un evento è difficile avere a che fare con queste interferen­ze, ma finché le proteste si mantengono pacifiche la mobilitazi­one è positiva». Anche se qualche perplessit­à sull’occupazion­e il rettore di Ca’ Foscari, Michele Bugliesi fa fatica a nasconderl­a: «I ragazzi lottano per una causa importante, è giusto che approfitti­no della visibilità garantita da questi eventi. Certo, ne avrebbero avuta molta anche senza occupare proprio il red carpet, limitandos­i a sfilare all’esterno come negli anni scorsi, anche perché l’organizzaz­ione della Mostra del Cinema non c’entra nulla e non ha colpe».

Il ministro Perso troppo tempo e il mondo ci guarda incredulo

Il sindaco Occupare il red carpet è una sceneggiat­a che si ripete ogni anno

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