Boccia: con Zaia sarò gandhiano
Riforma, il ministro: «Non replico alle accuse». E Brugnaro: «Venga anche da me»
Francesco Boccia sorride: «Mi sono ripromesso di avere un approccio gandhiano. Quindi non risponderò alle accuse con altre accuse. Porgo l’altra guancia». Ma il ministro per gli Affari regionali non può ignorare le parole del governatore Luca Zaia sulla delicata questione dell’autonomia veneta rilasciate al Corriere. Ed è proprio al presidente leghista che Boccia rivolge il suo messaggio. Tendendo la mano: «Mi ascolti prima di tirare le somme. Aspetti di vedere i numeri che non ha ancora visto».
L’auspicio è chiaro: «Mi auguro che quello di Zaia non sia un ultimatum. Personalmente non ho pregiudizi verso nessuno. E vorrei che nemmeno dall’altra parte ci fossero pregiudizi nei miei confronti». Il ministro è pronto a mettere in agenda un incontro: «Ci riascolteremo a vicenda e capiremo se e in che modo si potranno fare dei passi in avanti». Tenendo conto che «esisteva una proposta nel precedente governo, di sicuro non arenatasi per volere del Pd: il precedente governo non ha trovato le modalità per trasformare la proposta in un percorso parlamentare».
Boccia è fiducioso: «Vorrei vedere tutti i soggetti coinvolti al tavolo. Per ascoltarci a vicenda». In un confronto che parta da un punto fermo: «La Costituzione deve essere attuata in modo corretto». È proprio la Costituzione il «faro» che il ministro pone alla base del suo agire. Fin da quella contestatissima decisione di impugnare la norma del Friuli Venezia Giulia: «Era un atto dovuto. Quella norma aveva otto articoli con vizi di legittimità costituzionale. L’avrebbe impugnata qualsiasi governo. Non è una questione di autonomia, di partiti. Io sono un difensore dello Stato repubblicano e anche delle autonomie. Ma esiste una Costituzione, che è sopra le nostre teste. Se questo passaggio viene letto come uno schiaffo di Boccia a Fedriga sugli immigrati, si tratta di un errore». Poi promette di girare l’Italia. Arrivando anche al Nord. «Voglio incontrare tutti i presidenti di Regione in casa loro, voglio toccare con mano i problemi che i territori si trovano ad affrontare: solo così le parti possono avvicinarsi. Sono sicuro che lavoreremo bene insieme, con rispetto reciproco. Dal Nord mi aspetto molti stimoli per raggiungere l’obiettivo primario della lotta alle diseguaglianze: il Paese deve tenersi per mano».
E uno stimolo, al neo ministro, arriva direttamente da l sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: «Vogliamo ascoltare le migliori esperienze delle altre
Il viaggio al Nord Voglio incontrare tutti i presidenti di Regione in casa loro, voglio sapere i problemi dei territori
città, e allo stesso modo bello sarebbe che anche il meridione ascoltasse le migliori esperienze che abbiamo al Nord. Questo in termini di reciprocità, disponibilità, penso sia utile per tutti. Io non sento alcun tipo di differenza tra Nord e Sud e chi gioca su questi temi mi sembra stia facendo un danno al Paese. Noi su qualsiasi tema siamo disponibili: se Boccia ha detto che vedrà Zaia non è detto che venga dal sindaco di Venezia, ma se lo facesse sarebbe una bella notizia». Un attimo di pausa e poi Brugnaro prosegue: «Se il governo volesse sentire cosa pensano le grandi città sul tema dell’autonomia, potrebbe essere un ulteriore contributo. Credo che il tema dell’autonomia sia di tutti, più persone ne parlano e meglio è. Sarebbe bello capire quali sono le proposte, io ad esempio non le conosco, ho sentito parlare di testi, chiusure, blocchi. Sarebbe bello capire quali sono i nodi, cos’è successo, perché l’autonomia la vogliamo davvero tutti».