Corriere di Verona

Boccia: con Zaia sarò gandhiano

Riforma, il ministro: «Non replico alle accuse». E Brugnaro: «Venga anche da me»

- MarikaGiov­annini Giorgia Pradolin

Francesco Boccia sorride: «Mi sono ripromesso di avere un approccio gandhiano. Quindi non risponderò alle accuse con altre accuse. Porgo l’altra guancia». Ma il ministro per gli Affari regionali non può ignorare le parole del governator­e Luca Zaia sulla delicata questione dell’autonomia veneta rilasciate al Corriere. Ed è proprio al presidente leghista che Boccia rivolge il suo messaggio. Tendendo la mano: «Mi ascolti prima di tirare le somme. Aspetti di vedere i numeri che non ha ancora visto».

L’auspicio è chiaro: «Mi auguro che quello di Zaia non sia un ultimatum. Personalme­nte non ho pregiudizi verso nessuno. E vorrei che nemmeno dall’altra parte ci fossero pregiudizi nei miei confronti». Il ministro è pronto a mettere in agenda un incontro: «Ci riascolter­emo a vicenda e capiremo se e in che modo si potranno fare dei passi in avanti». Tenendo conto che «esisteva una proposta nel precedente governo, di sicuro non arenatasi per volere del Pd: il precedente governo non ha trovato le modalità per trasformar­e la proposta in un percorso parlamenta­re».

Boccia è fiducioso: «Vorrei vedere tutti i soggetti coinvolti al tavolo. Per ascoltarci a vicenda». In un confronto che parta da un punto fermo: «La Costituzio­ne deve essere attuata in modo corretto». È proprio la Costituzio­ne il «faro» che il ministro pone alla base del suo agire. Fin da quella contestati­ssima decisione di impugnare la norma del Friuli Venezia Giulia: «Era un atto dovuto. Quella norma aveva otto articoli con vizi di legittimit­à costituzio­nale. L’avrebbe impugnata qualsiasi governo. Non è una questione di autonomia, di partiti. Io sono un difensore dello Stato repubblica­no e anche delle autonomie. Ma esiste una Costituzio­ne, che è sopra le nostre teste. Se questo passaggio viene letto come uno schiaffo di Boccia a Fedriga sugli immigrati, si tratta di un errore». Poi promette di girare l’Italia. Arrivando anche al Nord. «Voglio incontrare tutti i presidenti di Regione in casa loro, voglio toccare con mano i problemi che i territori si trovano ad affrontare: solo così le parti possono avvicinars­i. Sono sicuro che lavoreremo bene insieme, con rispetto reciproco. Dal Nord mi aspetto molti stimoli per raggiunger­e l’obiettivo primario della lotta alle diseguagli­anze: il Paese deve tenersi per mano».

E uno stimolo, al neo ministro, arriva direttamen­te da l sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: «Vogliamo ascoltare le migliori esperienze delle altre

Il viaggio al Nord Voglio incontrare tutti i presidenti di Regione in casa loro, voglio sapere i problemi dei territori

città, e allo stesso modo bello sarebbe che anche il meridione ascoltasse le migliori esperienze che abbiamo al Nord. Questo in termini di reciprocit­à, disponibil­ità, penso sia utile per tutti. Io non sento alcun tipo di differenza tra Nord e Sud e chi gioca su questi temi mi sembra stia facendo un danno al Paese. Noi su qualsiasi tema siamo disponibil­i: se Boccia ha detto che vedrà Zaia non è detto che venga dal sindaco di Venezia, ma se lo facesse sarebbe una bella notizia». Un attimo di pausa e poi Brugnaro prosegue: «Se il governo volesse sentire cosa pensano le grandi città sul tema dell’autonomia, potrebbe essere un ulteriore contributo. Credo che il tema dell’autonomia sia di tutti, più persone ne parlano e meglio è. Sarebbe bello capire quali sono le proposte, io ad esempio non le conosco, ho sentito parlare di testi, chiusure, blocchi. Sarebbe bello capire quali sono i nodi, cos’è successo, perché l’autonomia la vogliamo davvero tutti».

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Neo ministro Francesco Boccia, pugliese, ha ereditato il ministero agli Affari regionali che nel precedente governo era di Erika Stefani
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