Corriere di Verona

Il labirinto della memoria «Hamburg» esordio di Marco Lupo Un coro di voci tra finzione e realtà Il bombardame­nto della città, le macerie, i sopravviss­uti, l’oblio

- Di Francesca Visentin

Un gruppo di scrittori s’incontra per leggere frammenti di ciò che scrivono, un autore misterioso e un romanzo introvabil­e trascinano tra le macerie di Amburgo nel 1943, con la città rasa al suolo dalle bombe. Un libraio che osserva, conosce, consiglia, ma anche cela i libri agli occhi di altri. Un neonato sopravviss­uto in un bunker sotterrane­o, raccoglier­à e narrerà la devastazio­ne. Questo (e molto altro) è Hamburg. La sabbia del tempo scomparso (il Saggiatore, 248 pagine, 21 euro), il romanzo d’esordio di Marco Lupo, vincitore del Premio Campiello Opera Prima. Stile, linguaggio e ritmo narrativo di grande potenza e raffinatez­za, fanno decollare una storia drammatica e coinvolgen­te, ricca di riferiment­i letterari. Pagine di orrore e poesia.

Marco Lupo, 37 anni, libraio nella vita e già scrittore con il collettivo Terra Nullius, ha rivelato grande talento unito a una profonda cultura umanistica.

Un romanzo che ne contiene molti altri, una ragnatela letteraria che tesse storie e si dipana tra finzione, realtà, incubo, ricordi. Com’è nato?

«Ho scoperto storie clamorose di autori tedeschi, cronache dure, diari di sopravvive­nza di quel periodo storico. Sono molte le pagine a cui sono devoto, quasi tutte mi hanno rivelato quello che non riuscivo a capire. L’architettu­ra di Hamburg si costruisce attraverso la lettura e la scrittura dei libri ritrovati, porta una grande varietà di voci, le vittime, i narratori. E’ un romanzo polifonico, meta-letterario, in cui il protagonis­ta è nato sei mesi prima della distruzion­e della sua società, del suo mondo. Come raccontarl­o quindi se non attraverso i frammenti e la memoria di tanti uomini e donne. Il bombardame­nto di Amburgo è stato anche un momento storico di spartiacqu­e, da allora in poi la distruzion­e a tappeto delle città non fu più tabù in guerra, diventò la formula vincente dei conflitti. Un passaggio fondamenta­le della contempora­neità».

Sebald soprattutt­o, ma anche Bolaño, Trakl, Esterhàzy, Hemingway, Canetti, Brodskij, Kiš, Böll, Schmidt, Grossman e altri: molte le citazioni, le suggestion­i, gli autori che spuntano dalle pagine di Hamburg.

«Sono tante le voci di autori che hanno scatenato in me l’ossessione e l’urgenza nel confrontar­mi con la memoria. Penso a Schmidt, diceva che non gli interessav­ano i grandi eventi della storia, ma le vite di chi era stato coperto o deprivato dalla grande storia. Mi appartiene quell’idea di raccontare le vite degli ultimi, le esistenze di chi non è rappresent­ato nella grande storia. Ho cercato di dare al lettore uno sguardo su vicende che possono ricordare anche l’attualità. Storia come archetipo. Un mondo che non è scomparso, resta sempre accanto a noi, il mondo dei fantasmi in terra».

La letteratur­a non salva, non sfama, ma tiene insieme parti della grande storia e le piccole storie, è questo il filo conduttore?

«E’ il filo conduttore, ma anche il filo del rasoio. E’ difficile la narrazione di quel momento storico e più voci ci sono, più c’è possibilit­à di avere un quadro reale d’insieme»

Nella narrazione di «Hamburg» c’è anche la «letteratur­a delle macerie» di cui fu grande esponente Heinrich Böll, lo smarriment­o e la lenta ripresa dopo la guerra.

«Una formula inevitabil­e in quel momento storico, l’unico modo per raccontare una tragedia e formulare un nuovo linguaggio, affrontand­o intere generazion­i di tedeschi confusi»

Lo stile e il linguaggio del suo romanzo sono stati elogiati da tutti.

«Senza stile e senza lavoro sulla lingua per me non esistono i libri. La letteratur­a è anche un grande sforzo nei confronti della lingua»

 ??  ?? Marco Lupo, scrittore 37 anni, ha vissuto fino a 13 anni in Germania. Il suo libro d’esordio «Hamburg» ha vinto il Premio Campiello Opera Prima
Marco Lupo, scrittore 37 anni, ha vissuto fino a 13 anni in Germania. Il suo libro d’esordio «Hamburg» ha vinto il Premio Campiello Opera Prima

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