Lega, nominati i sette commissari Serato attacca, rischia sanzioni
Saranno loro, insieme al «Direttorio» e al commissario regionale (ma alcuni lo chiamano ancora nathonal) Lorenzo Fontana, a gestire la partita delle elezioni Regionali, dove la Lega punta ad un plebiscito e dunque prevede di fare incetta di poltrone. Così si spiegano tensioni e malumori suscitati dalla nomina dei nuovi commissari provinciali del Carroccio, commissari che subentrano ad altri commissari, perpetrando una tradizione di lunga data. Le nomine sono state fatte sabato in rispettosa aderenza al manuale Cencelli: Gianangelo Bof, vicesindaco di Tarzo, Comune di cui è già stato sindaco per due mandati, fedelissimo del governatore Luca Zaia, reggerà la federazione di Treviso; Filippo Lazzarin, da tre mandati sindaco di Arzergrande, già in pista qualche anno fa per la segreteria provinciale (fece un passo indietro a favore del «bitonciano» Andrea Recaldin), vicino all’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato, gestirà il partito a Padova; Nicolò Zavarise, assessore al Commercio in Comune a Verona, alfiere dell’ex ministro e commissario della Lega in Veneto Lorenzo Fontana, si occuperà della provincia scaligera. Matteo Celebron, assessore ai Lavori pubblici a Vicenza, braccio destro del capogruppo in Regione Nicola Finco, sarà il commissario della Lega berica. Andrea Tomaello, capogruppo a Mirano, avrà il compito di riunificare sotto un’unica gestione le due storiche federazioni del Veneziano, ossia Venezia e il Veneto Orientale («Sarà bene affiancargli un vice ha subito suggerito il vice governatore Gianluca Forcolin non è facile gestire una provincia lunga 130 chilometri»). Belluno è stata affidata a Franco Gidoni, consigliere regionale con esperienze passate da parlamentare e da sindaco, che fin qui aveva ricoperto l’incarico di commissario a Padova. Infine, Guglielmo Ferrarese, vicino all’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari, vicesindaco di Lendinara, reggerà le redini della Lega in Polesine. Una curiosità: come ha fatto notare il deputato veronese Vito Comencini, molti dei neocommissari provengono dalle fila dei Giovani Padani, di cui Fontana fu leader regionale e vice segretario nazionale.
Si diceva poi dei malumori: molti covano sotto la cenere mentre la presidente di Cav Luisa Serato è uscita allo scoperto su Facebook, chiedendo i congressi: «Al mio partito, che invoca con forza la sublime prova democratica delle elezioni, che cosa vieta di essere conseguente convocando da subito regolari congressi per dar, finalmente, voce anche ai propri militanti? Sono perplessa...». «Parole fuori luogo», fanno sapere i vertici del partito, che potrebbero costarle il deferimento e chissà, forse anche di peggio.
Cencelli I commissari sono tutti vicini ai componenti del direttorio che affianca il commissario Fontana