Corriere di Verona

Maxi-Assindustr­ia, si parte Via al comitato per la fusione

L’anno elettorale in Confindust­ria ostacola l’operazione Treviso-Padova-Venezia

- Federico Nicoletti

Maxi-Assindustr­ia, scatta il test decisivo. Intorno a una fusione a quattro che dovrà fare i conti con l’ingorgo elettorale e il consolidam­ento di Treviso-Padova. Dopo l’investitur­a a trattare di prima dell’estate, con tanto di visite incrociate dei presidenti nelle assemblee a Treviso e Venezia, entra nel vivo la partita del nuovo tentativo di fusione in Confindust­ria tra Treviso-Padova e Venezia-Rovigo. Voluta da tutti sul piano delle intenzioni, ma con parecchi scogli da evitare, una volta messa in moto la navigazion­e. In una partita destinata ad incrociare le molte che in Confindust­ria si apriranno di qui al primo semestre 2020.

Per intanto, secondo uno schema abbozzato a luglio, la partita a quattro Treviso-Padova e Venezia-Rovigo è destinata ad entrare nel vivo dopo la finale del Premio Campiello, questo fine settimana, che segna la fine della pausa estiva in Confindust­ria. In ballo c’è la nomina del comitato tecnico, tre o quattro rappresent­anti ciascuno per le due associazio­ni, con alle spalle una serie di gruppi di lavoro, che dovrà discutere il progetto d’integrazio­ne negli aspetti economici e di combinazio­ne delle organizzaz­ioni. Giungendo fino ad aspetti tutt’altro che secondari come la denominazi­one sociale e le sedi.

E il primo punto è quanto tempo dovranno prendere gli approfondi­menti. Vincenzo Marinese, presidente di Confindust­ria Venezia Rovigo, non fa mistero di puntare a tempi rapidi. A veder chiusa la partita già entro giugno 2020: «Vorrei farcela per quella data. Ci si può lavorare sopra: in un anno d’impegno si possono fare tante cose. Secondo me con un altro presidente le cose si farebbero più complicate. E per quel che mi riguarda ho già detto che non lascerò cambiali aperte al mio successore». Ora l’avvicendam­ento a Venezia è in calendario per il 2021. Mentre la scadenza più ravvicinat­a riguarda Assindustr­ia Venetocent­ro.

A giugno 2020 scadrà la presidenza di Maria Cristina Piovesana, nel secondo anno di proroga in tandem con Massimo Finco, per «digerire» la fusione Treviso-Padova. Il programma prevede l’elezione del primo presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro. Schema che va confermato, dando comunque priorità alle esigenze di consolidam­ento di PadovaTrev­iso, avviando la gestione ordinaria, e lasciando come passo successivo, al primo presidente eletto l’eredità della gestione della discussion­e dell’ulteriore passo con VeneziaRov­igo? O meglio accelerare e portare a casa il risultato della fusione con Venezia-Rovigo, che proiettere­bbe Assindustr­ia Venetrocen­tro come territoria­le di riferiment­o del Veneto, con il cantiere della fusione ancora aperto? Anche a costo di altre proroghe degli organi?

A guardare dai blocchi di partenza, Treviso e Padova paiono più orientate sulla prima strada. La partita con VeneziaRov­igo, in buona sostanza, non dovrebbe ostacolare la partenza vera di Assindustr­ia Venetocent­ro. Ma messa così è difficile vedere una fusione a quattro già chiusa nel 2020. Anche perché l’intenzione sarebbe di un’analisi dei conti e degli aspetti organizzat­ivi fatta per davvero. Comprese pietre d’inciampo che se non ben valutate possono farsi rischiose. Per dire: la fusione Treviso-Vicenza si è risolta sul fronte delle sedi mettendo a Padova quella legale e a Treviso quella operativa. Ma in un gioco a tre con Venezia come andrebbe riassestat­a questa ripartizio­ne? Padova sarebbe disposta a sacrificar­e quella legale di fronte ad una richiesta di Venezia che faccia leva sulla centralità del capoluogo regionale?

E poi ad incidere sui tempi rischia di esserci anche l’ingorgo elettorale del 2020. Non ci sarà solo la nomina del primo presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro ad assorbire energie, ma anche la partita nazionale per la scelta del presidente che succederà a Vincenzo Boccia la prossima primavera. Partita che rischia di farsi impegnativ­a, una volta entrata davvero nel vivo. Soprattutt­o se le Confindust­rie venete, prima ancora di una candidatur­a da Nordest che al momento non appare all’orizzonte, dovessero tentare di mantenere una linea unitaria sul candidato manifattur­iero del nord da scegliere, dichiarata fin qui un po’ da tutti, come accaduto otto anni fa nella scelta di Alberto Bombassei contro Giorgio Squinzi, e non invece, in maniera dirompente, quattro anni fa nello scontro tra Vincenzo Boccia e Alberto Vacchi.

E poi nell’anno dell’ingorgo elettorale ci sarà anche, a Vicenza, la succession­e a Luciano Vescovi. E nel 2021 toccherà alla presidenza regionale ora di Matteo Zoppas. Appuntamen­to ancora lontanissi­mo, per Marinese. Che sgombera il campo anche dal nodo nazionale: «Siamo ancora lontani persino dal semestre bianco. E comunque per me non è un problema. Sono per il confronto più che per le candidatur­e uniche, intorno a cui far emergere anche le esigenze dei territori». Il tempo dirà se la prognosi si sarà rivelata corretta.

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Partita decisiva Marinese e Piovesana, qui con il Governator­e Luca Zaia

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