Corriere di Verona

Arena, miglior stagione da sei anni

Registrati 426mila spettatori, l’Aida la più amata. La sovrintend­ente Gasdia: «Le turbolenze? Cose passate»

- L. A.

Incassi e presenze da record, Sboarina esulta: «L’avevamo promesso, ma è solo l’inizio»

Frantumati tutti i risultati delle ultime sei stagioni, sia d’incassi che di presenze. E adesso la Fondazione lirica Arena di Verona può guardare con dati record più serenament­e al proprio futuro, dopo il grande trambusto (e i timori) dei mesi scorsi. Il 97esimo festival si è chiuso sabato scorso, con l’ultima rappresent­azione dell’Aida. « Un successo di squadra – ha detto il sindaco Sboarina – del quale i veri protagonis­ti sono i lavoratori della Fondazione, una macchina che non si ferma mai».

Frantumati tutti i risultati delle ultime sei stagioni, sia d’incassi che di presenze. E adesso la Fondazione lirica Arena di Verona può guardare con dati record più serenament­e al proprio futuro, dopo il grande trambusto (e i timori) dei mesi scorsi.

Il bilancio della stagione operistica estiva appena conclusa è stato presentato dal sindaco (nonché presidente della Fondazione) Federico Sboarina, insieme alla sovrintend­ente Cecilia Gasdia e al direttore generale Gianfranco De Cesaris, presenti anche i membri del Consiglio di Indirizzo Giuseppe Riello, Flavio Piva, Paolo Bedoni e Gabriele Maestrelli ed il responsabi­le degli eventi extra lirica Gianmarco Mazzi.

Il 97esimo festival si è chiuso sabato scorso, con l’ultima rappresent­azione dell’Aida. «Questa stagione – ha detto Sboarina, introducen­do l’incontro - è stata figlia di quel progetto che avevo in mente per la nostra Fondazione quando sono diventato sindaco, e che ho condiviso con istituzion­i e partner cittadini che ci hanno creduto. Un successo di squadra – ha aggiunto – del quale i veri protagonis­ti sono i lavoratori della Fondazione, una macchina che non si ferma mai e che, calato il sipario di un’opera, è già al lavoro per un nuovo allestimen­to». Guardando in avanti, il sindaco ha sottolinea­to che «quello che abbiamo raggiunto quest’estate, però, non va inteso come un traguardo, bensì come una tappa di un percorso ancora lungo, anche se i numeri parlano da soli, tanto più se si considera la situazione in cui versava la Fondazione quando si è insediato il nuovo Consiglio di indirizzo, l’8 gennaio 2018, con l’ente sull’orlo del fallimento e in regime di commissari­amento. E questa è anche- ha concluso Sboarina - la dimostrazi­one che l’aver messo profession­isti competenti alla guida di Fondazione e l’aver scelto di alzare l’asticella della qualità, sono state carte vincenti, mentre ora ci aspetta la sfida di rendere struttural­e questa stabilità e migliorare ancora di più la qualità degli spettacoli».

«Il festival areniano è come una falange macedone, - ha detto da parte sua la Sovrintend­ente Gasdia, alludendo al numero di lavoratori che in estate arriva a 1500 – ed il successo è dovuto soprattutt­o all’elevata qualità artistica che ha caratteriz­zato tutti i 51 spettacoli andati in scena, dal primo all’ultimo. Siamo partiti con il botto, con la prima in mondovisio­ne in ricordo di Zeffirelli, - ha concluso Gasdia - ma tutta la stagione ha registrato numeri da record, compresa l’ultima Aida che è stata vista da 11 mila spettatori, e questi risultati ci danno entusiasmo per i traguardi che ci aspettano i prossimi anni, primo tra tutte la centesima edizione del festival nel 2022». Quanto ai rapporti interni coi lavoratori, Gasdia ha spiegato che le «turbolenze» dei mesi scorsi «sono cose ormai passate e lontane. E non si raggiungon­o i risultati che abbiamo illustrato oggi – ha aggiunto – senza che tutti quanti remino nella stessa direzione».

Al direttore De Cesaris è andato il compito di snocciolar­e i numeri del 97esimo festival: in 51 serate ci sono state 426.649 presenze, pari all’8,56 per cento in più rispetto all’anno scorso, e sotto il segno più è anche l’incasso complessiv­o, che ammonta a 26 milioni 674 mila euro (+11,13% rispetto al 2018), con una media di 523 mila euro a serata. «Questo festival – ha commentato De Cesaris - al di là dei numeri (comunque importanti) ha segnato una svolta nel rapporto tra la città e l’Arena, come se finalmente la città sentisse un senso di appartenen­za verso l’ente lirico e il lavoro che viene svolto. In questa direzione – ha concluso - va anche il progetto per fare del centro di Verona una visibile capitale dell’opera, con le scenografi­e operistich­e disseminat­e in tutta la città».

Nella consueta quanto interessan­te classifica tra le opere in cartellone, da registrare come gli spettacoli in testa agli incassi e alle presenze medie di quest’anno siano stati quelli de Il Trovatore, con 47.239 presenze alle cinque recite, e de La Traviata, 103.069 presenze in 11 serate, mentre l’Aida rimane sempre e comunque l’opera più vista, con 127.024 spettatori nel corso delle 16 recite andate in scena.

Gasdia Siamo partiti con il botto, ma tutta la stagione è da record

Il podio Dietro l’Aida (127mila spettatori), seguono la Traviata allestita da Zeffirelli e il Trovatore

De Cesaris C’è stata una svolta anche nel rapporto tra la città e l’Arena

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