Wojtyla, una copia della croce anche a San Giovanni Lupatoto
L’originale sarà issata a Cortina. Zenti: «Un Papa giusto»
Una croce astile alta 18 metri, realizzata dallo scultore romano Andrea Trisciuzzi, sarà issata entro fine anno sul Monte Faloria di Cortina d’Ampezzo con la benedizione ufficiale il 18 maggio del 2020 in occasione del centenario della nascita di Papa Giovanni Paolo II. Alla base della croce astile è scolpita una figura umana ripiegata su se stessa e sullo stelo figure di uomini che si arrampicano verso Cristo in un simbolico e sofferto percorso verso la salvezza divina.
L’ultima figura protesa è proprio Karol Wojtyla: «Un Papa giusto al tempo giusto. Un uomo dalle grandi spalle che ha dato un grande contributo alla società. Ci voleva una serata così che attraverso le testimonianze di chi lo ha incontrato spiegasse chi era Papa Giovanni Paolo II. Questa croce gigantesca è bellissima» ha commentato il vescovo di Verona Giuseppe Zenti; «Un uomo che con Dio aveva un rapporto diretto e intimo», ha ricordato il vescovo di Fidenza Carlo Mazza.
La serata di San Giovanni Lupatoto dedicata al «Papa Sportivo» al ristorante Pepperone, di proprietà della famiglia Zanini, che ospita un museo dello sport, è stata l’occasione per svelare una copia della croce astile di dimensioni ridotte. Si deve infatti alla tenacia di Mirko Zanini, se la croce è stata scoperta e riportata alla luce. Oltre a Mazza e Zenti, era presente l’arcivescovo di Cracovia Marek Jedraszewski, che fu nominato vescovo della città polacca proprio dal suo predecessore Karol Wojtyla: «Tra il 1975 e il 1980 studiavo a Roma. Fu lui a scegliermi come suo successore a Cracovia. L’ultima volta che lo vidi fu nel 2004: allora non sapevo che quello sarebbe stato il nostro ultimo incontro», ha ricordato commosso Jedraszewski.
Presenti alla serata il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, il vicesindaco di Cortina Luigi Alverà e quello di San Giovanni Lupatoto Attilio Gastaldello che ieri mattina ha ricevuto in dono da Mirko Zanini la croce per collocarla in un luogo pubblico. Toccante il ricordo di Lino Zani, alpinista per vent’anni accompagnatore del Papa nelle sue gite in montagna: «Lo incontrai per la prima volta quando avevo 25 anni al rifugio che gestivo sull’Adamello: lui in montagna si sentiva vicino al Signore».