Corriere di Verona

Frey, lezioni di storia e valori per i più giovani

Il difensore del Chievo: ho giocato con Marcolini e Pellissier, mio nipote ora è in Primavera

- Matteo Sorio

C’è un senso in certe fotografie: Nicolas Frey è al Chievo da più tempo di tutti, ormai undici anni, e l’accordo per il rinnovo l’ha trovato nel giorno del 90esimo compleanno del club della Diga — venerdì scorso — sedendo al tavolo col suo ex capitano, Sergio Pellissier. «Ecco, quell’incontro in quel momento così particolar­e e importante un po’ di effetto me l’ha fatto. Fino a pochi mesi fa giocavamo insieme. L’atteggiame­nto è sempre lo stesso però c’è il rispetto dei ruoli. Un ruolo molto importante, il suo, direttore dell’area tecnica: non c’era persona migliore di Sergio per non snaturare il Chievo». Il primo Chievo di Frey, 2008/09, tornava in A. Questo è appena tornato in B. Dopo un periodo fuori dai radar, compreso il prestito al Venezia fra gennaio e giugno 2018, oggi Frey, 35 anni, francese di Nizza, fratello dell’ex portiere Sebastien, rientra definitiva­mente nei ranghi forte di 226 presenze gialloblù, tante quante capitan Cesar, arrivato però nel 2010.

«Che ruolo avrò? Intanto, mettere in difficoltà Marcolini nelle scelte, o da terzino destro o da centrale. Poi vorrei passare certi messaggi ai nuovi». Quali? «È un Chievo ringiovani­to (gli Esposito, Segre, Bertagnoli, ndr) e chi è arrivato ha una grande opportunit­à. Anche se forse non c’è nemmeno bisogno di dirlo. Mi ha stupito — spiega Frey — la dedizione dei nostri giovani: nel calcio c’è sempre quello che si crede un po’ più forte, invece qui, anche quando eravamo in tanti, nessuno ha rosicato se stava fuori, ed è un grande punto a loro favore». Un altro punto a favore del Chievo, secondo Frey, è Marcolini. «Anche con lui ho giocato, tre stagioni qui. Se il suo 4-3-1-2 è debitore dei tempi con Di Carlo e Pioli? Credo sia giusto ne parli lui, forse qualcosa si vede, di certo sulle cose che può aver preso ne ha innestate tantissime che sono farina del suo sacco. Da tecnico sa farsi capire. Dopo un anno difficile ci ha ridato tanta carica. E in campo il Chievo è messo bene».

S’è visto tra Perugia ed Empoli, un Chievo che si esprime al meglio quando aggredisce alto ma non solo, una lucidità diffusa nel sistemarsi lungo il rettangolo. «Meritavamo molto più di un punto. È anche un buon segno, se pensiamo che il Perugia vuole almeno i playoff e l’Empoli è in pole per il salto». Ora (sabato) c’è proprio il Venezia. «Non sarà una partita fondamenta­le ma è molto importante. Loro sono una squadra scomoda da affrontare e il Penzo è un campo difficile, lo dico per esperienza, il classico stadio che può darti il fattore casa. Se vinci lì, fai un bel passo nella consapevol­ezza».

Parola di Frey, che dentro il Chievo è giocatore ma anche zio. «Mio nipote, figlio di Sebastien, gioca in Primavera. Gli cambiavo i pannolini, ora si allena nell’altro campo e magari capiterà anche di giocarci contro in qualche amichevole tra prima squadra e Under 19. Come sensazione è singolare, ovviamente. Lui è alto, buon fisico, veloce. Ma se dovesse accontenta­rsi, sa che gli arriva la ramanzina…».

 ??  ?? Difensore Nicolas Frey, , 226 partite col Chievo dal 2008. Tra gennaio e giugno 2018 ha giocato nel Venezia, prossimo avversario
Difensore Nicolas Frey, , 226 partite col Chievo dal 2008. Tra gennaio e giugno 2018 ha giocato nel Venezia, prossimo avversario

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