Corriere di Verona

«Disabili lasciati fuori da 12 scuole»

L’assessore Donazzan: «Mancano prof di sostegno». Sindacati increduli: «Fuori i nomi»

- Bonet

Alunni disabili esclusi da scuola a causa della mancanza di insegnanti di sostegno. A sostenerlo, parlando di dodici casi (una scuola media e undici elementari) in diverse provincie del Veneto, in parte verificati in prima persona, è l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan. Increduli i sindacati.

Alunni disabili esclusi da scuola a causa della mancanza di insegnanti di sostegno. A sostenerlo, parlando di dodici casi (una scuola media e undici elementari) in diverse provincie del Veneto, in parte verificati in prima persona, è l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan, che spiega: «In queste ore mi giungono le voci preoccupat­e di famiglie a cui gli istituti scolastici, in particolar­e quelli primari, chiedono di non mandare i propri figli in classe, ma di tenerli a casa. La cosa gravissima è che si tratta di bambini con certificaz­ioni, quindi i più fragili, spesso con disabilità. Sto verificand­o con l’Ufficio scolastico regionale la portata del problema che pure avevo evidenziat­o già da qualche mese – prosegue Donazzan – Ma il fatto più grave, oltre all’assenza di insegnanti nell’organico di diritto, è la soluzione prospettat­a, ovvero di indurre le famiglie a tenere i loro figli a casa».

L’assessore fa riferiment­o ad una sua precedente nota, risalente alla metà di agosto, in cui lamentava la mancanza di 7.821 insegnanti, di cui 2.284 di sostegno (le province più in sofferenza, secondo il report della Regione, sono Treviso e Venezia, dove mancano rispettiva­mente 1012 e 1155 insegnanti ordinari e 282 e 440 insegnanti di sostegno; a Vicenza va invece il record di vacanze nel sostegno, ben 547).

«Comprendo perfettame­nte la difficoltà di dare un buon servizio a questi bimbi senza l’aiuto dell’insegnante di sostegno – ammette Donazzan Capisco anche la difficoltà di inserirli da soli in un gruppo classe articolato, forse in assenza anche di altri insegnanti di altre materie, ma la soluzione non è accettabil­e. Trovo grave che il ministero non comprenda l’importanza di avere un organico ottimale sin del primo giorno di avvio dell’anno scolastico. Da parte mia, ho coinvolto il presidente del Veneto perché ritengo che questo sia un problema da affrontare ai massimi livelli istituzion­ali».

L’assessore chiede quindi alle famiglie «e a tutte le realtà interessat­e» di segnalare al suo assessorat­o ulteriori casi di mancato accoglimen­to nelle scuole di alunni certificat­i, «così da poter rappresent­are agli organi competenti la portata del problema, in tutta la sua drammatica consistenz­a».

Ieri non è stato possibile contattare la direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale Augusta Celada, peraltro trasferita da alcuni giorni al ministero a Roma così che la posizione a Venezia risulta vacante. Quanto al neo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, dal Miur rimandano a quanto da lui dichiarato di recente al Corriere della Sera: «Ci vogliono investimen­ti subito. Non c’è tempo da perdere, per cambiare servono fondi. Non possiamo continuare ad avere ricercator­i precari di 45 anni, o professori non di ruolo che cambiano ogni due mesi. Voglio stabilizza­re al più presto gli insegnanti che lo meritano».

Marta Viotto, segretaria regionale della Flc-Cgil, è incre

"Donazzan Ho già interessat­o Zaia, si tratta di un fatto molto grave

dula: «Vorrei conoscere i nomi delle scuole al centro del caso sollevato dall’assessore Donazzan perché fatico a pensare che un dirigente scolastico, consapevol­e dell’attenzione riposta oggi sul tema delle disabilità e delle severe conseguenz­e che possono scaturire dalle sue decisioni, possa aver lasciato un alunno fuori dalla scuola. Il tema della mancanza di insegnanti ed in particolar­e di quelli di sostegno è nota da anni, come sindacato non smettiamo di denunciarl­a, e posso immaginare che ci siano situazioni di particolar­e difficoltà ma sempre il corpo docente prova comunque a trovare una soluzione, garantendo flessibili­tà anche ricorrendo a insegnanti non specializz­ati». Diverso, per Viotto, è il caso di genitori che in mancanza del sostegno preferisco­no tenere il bambino a casa: «Circostanz­a che certo confermere­bbe una volta di più la gravità della carenza di personale ma che non potrebbe essere imputata alla scuola».

Perplesso anche Armando Tivelli, presidente veneto dell’Associazio­ne nazionale presidi: «Non ho evidenze per smentire quanto riferito dall’assessore ma, personalme­nte, non ho avuto segnalazio­ni di questo tipo nei primi giorni di scuola. E mi chiedo: cui

prodest sollevare il caso con queste modalità? Le istituzion­i dovrebbero parlarsi e risolvere i problemi, in questo caso la Regione dovrebbe rivolgersi all’Ufficio scolastico regionale. Ma se il problema è la mancanza di insegnanti e nello specifico di insegnanti di sostegno, direi che siamo di fronte ad un problema ultradecen­nale... L’inizio dell’anno è sempre difficile, spesso si fa lezione con orario ridotto perché ancora non è stato possibile integrare l’organico con tutti i supplenti necessari. Ebbene può essere, ma siamo nel campo delle ipotesi non confermate, che in alcuni istituti dove magari la situazione è eccezional­mente grave il servizio di sostegno sia stato attivato solo per alcune ore e sia stato chiesto alle famiglie di portare il bambino a scuola più tardi o andarlo a prendere prima. Un disagio temporaneo, destinato a risolversi non appena l’organico sarà integrato».

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Gravi carenze d’organico In Veneto mancano all’appello 7.821 insegnanti, di cui 2.285 di sostegno
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