Corriere di Verona

Futuro di Agsm, il Comune cambia strategia

Le trattative ripartono dalle condizioni poste dall’amministra­zione, che ora attende controprop­oste

- Di Lillo Aldegheri

Lunedì prossimo è prevista la prima riunione del consiglio d’amministra­zione di Agsm che, come promesso dal presidente prima delle ferie, riprenderà la discussion­e sulla politica delle alleanze dell’azienda municipale.

Il momento delle grandi scelte è davvero vicino. Lunedì prossimo è prevista la prima riunione del consiglio d’amministra­zione di Agsm che, come promesso dal presidente prima delle ferie, riprenderà la discussion­e sulla politica delle alleanze della più importante azienda municipale cittadina. Alleanze con chi? Col colosso lombardo A2A? Coi giganti emiliani di Hera? Coi «nordisti» di Dolomiti energia ? La decisione peserà sulla vita di centinaia di lavoratori (di Agsm ma anche di Amia, azienda che fa parte della holding) ma anche, prima o poi, sulle bollette di acqua, luce, gas e rifiuti di tutte le famiglie veronesi. Il clima politico è davvero pesante, tra lettere-fantasma, lettere anonime (di ieri una, davvero fantomatic­a, falsamente firmata dall’ex presidente di Agsm Michele Croce), documenti che compaiono e scompaiono dai protocolli ufficiali. E con divisioni laceranti nei partiti politici ma anche nei sindacati.

Per non cadere in un gorgo di fake news, allora, è giusto cercar di capire a che punto si sia arrivati. Il tema principale resta appunto quello dalle scelte che il presidente di Agsm, Daniele Finocchiar­o, d’intesa col sindaco, Federico Sboarina, si prepara a fare.

Con una strategia diversa da quella fin qui seguita. In passato ci sono stati incontri a raffica prima con i trevigiani di Ascopiave, poi (intensissi­mi, anche a livello tecnico) coi milanesi di A2A, mentre arrivavano «lettere d’interesse» da parte di altri, a partire dai trento-altesini di Dolomiti energia ed Esperia.

Adesso, invece, Verona vorrebbe partire dalla propria proposta (mettendo nero su bianco le proprie necessità e la propria situazione) e su questa base chiedere agli altri interlocut­ori di fare la loro proposta, per poi scegliere la migliore. Insomma, quella che in politica si definisce la «politica dei due (o tre) forni». Per farlo, però, occorre saper bene quel che si offre ai possibili alleati.

E allora, con assoluta urgenza, bisogna sciogliere il grande nodo di Amia: resterà all’interno di Agsm o andrà per conto proprio, gestita direttamen­te «In House» da Palazzo Barbieri? Qui è il nodo, qui bisogna saltare, e bisogna farlo in fretta, sin da giovedì prossimo, quando il consiglio comunale voterà l’ormai famosa mozione di Mauro Bonato (Verona Pulita) e Massimo Paci (Verona Domani) che chiede appunto che Amia sia svincolata da Agsm e sia gestita In House. Un tema su cui, nel mondo politico-sindacale, si vivo atmosfere degno di un romanzo di Le Carrè. Nella riunione dei capigruppo di martedì scorso, è stato ad esempio spiegato che il parere dello Studio Pirola su questa vicenda non sarebbe mai arrivato sul tavolo dei tecnici municipali.

Ma quel parere risulta invece protocolla­to in Comune fin dalle ore 15.39 del 14 giugno scorso. E nessuno sa intanto spiegare come mai circolino due versioni (debitament­e formate) di una lettera sindacale, mentre rimane ignoto il nome del «corvo» che sta diffondend­o una lettera anonima dell’ex presidente Croce. Al di là di questi enigmi, ma non avulso da essi, quel che più conta è lo scontro in atto.

Amia va lasciata andare per conto proprio (gestione In House) o va mantenuta in Agsm Holding per seguirne le sorti? Chi sostiene questa seconda ipotesi, spiega che la strategia di alleanze di Agsm è come un castello di carte: se ne togli una (sfilando Amia, col suo valore di 21 milioni di euro, dal resto) crolla l’intera impalcatur­a.

Chi difende l’in House spiega invece che il valore di Amia non è altissimo, visto che è già scaduto il contratto che affida ad essa il servizio dei rifiuti e del verde (si lavora già in regime di proroga); e sottolinea soprattutt­o che la proposta è quella di mantenere in Agsm il servizio di smaltiment­o dei rifiuti (il più rilevante dal punto di vista del business), mentre solo la raccolta dei rifiuti e la gestione del verde sarebbero da gestire in House, direttamen­te da parte del Comune, come chiede la mozione da votare giovedì prossimo.

Una mozione che, al momento, divide i sindacati (favorevoli all’in House i vertici confederal­i e i sindacati interni di Amia, contrari i sindacati interni di Agsm) ma spacca in due anche la maggioranz­a che sostiene il sindaco Sboarina, a partire da una Lega finora favorevole all’in House (anche se la discussion­e e gli approfondi­menti, nel Carroccio, sono ancora in corso) mentre altri consiglier­i (per esempio quelli più vicini all’assessore Daniele Polato) sono a dir poco perplessi.

E proprio per questo, il voto di giovedì prossimo in consiglio comunale potrebbe aprire scenari politici del tutto imprevedib­ili.

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Sindaco Federico Sboarina
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Presidente Daniele Finocchiar­o
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Grandi manovre La sede di Agsm Il Comune ha deciso di cambiare strategia adottando con i suoi potenziali partner quella che in politica viene definita «la politica dei due (o tre) forni». Lunedì si terrà il cda

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