Rapina, feriti e allarme attentati Condannato a dieci anni
Condannato il marocchino che innescò un’escalation di paura e violenza a Legnago
furto di un furgone della raccolta rifiuti, la fuga e l’inseguimento a folle velocità, i danni ingenti ma soprattutto i tanti feriti, quasi tutti carabinieri intervenuti per fermarlo e l’allarme terrorismo. Dieci anni di reclusione per il magrebino responsabile dell’escalation di reati.
Il furto di un furgone della raccolta rifiuti, la fuga e l’inseguimento a folle velocità, i danni ingenti ma soprattutto i tanti feriti, quasi tutti carabinieri intervenuti per fermarlo. «Abbiamo ritenuto che potesse trattarsi di un’azione terroristica», rivelò l’Arma quando finalmente, quell’11 ottobre scorso, si concluse in pieno centro storico a Legnago la serata di pazzia di un marocchino di 30 anni con regolare permesso di soggiorno. E ieri in tribunale il giudice Marzio Bruno Guidorizzi gli ha presentato un «conto» pari a 10 anni di reclusione, decretando Anouar Karouach - questo il nome del magrebino imputato - responsabile di un’escalation di reati, dal tentato omicidio alla rapina, dalle lesioni alla resistenza fino al danneggiamento. Si trattava di un giudizio abbreviato, per cui al marocchino la pena finale è stata alleggerita di un terzo per la scelta del rito. Quella folle serata di Karouach si aprì con le botte rifilate a un addetto alla raccolta porta a porta per poi partire, a micidiale velocità, sul furgone dei rifiuti, sbandando a destra e sinistra con il rischio di investire qualcuno. La centrale operativa del 112 venne subito tempestata di chiamate e una pattuglia del radiomobile si lanciò all’inseguimento del furgone che sfrecciava verso il centro di Legnago. In via Amendola aveva distrutto un idrante, una decina di auto in sosta, il portone della casa di riposo. Ma il nordafricano, dopo aver speronato l’autoradio, aveva imboccato via Mantova, diretto verso San Pietro. Nel frattempo, tutte le pattuglie erano state fatte convogliare in zona. Ed è stato all’altezza della chiesa di San Pietro che si era sfiorata la tragedia. La gazzella dei carabinieri della stazione di Cerea, all’incrocio con via Fratta, si vide arrivare il furgone di fronte a tutta velocità. Il marocchino, a quel punto,aveva sterzato «puntando» la pattuglia. Solo la prontezza di riflessi di appuntato e carabiniere scelto evitò la tragedia: i due erano riusciti a lanciarsi all’esterno dell’abitacolo prima dello schianto. La Fiat Punto dell’Arma era uscita distrutta e ha centrato anche la Bmw su cui viaggiava una signora, rimasta leggermente ferita. Nemmeno questo bastò a fermare il nordafricano che aveva continuato a scappare verso la Transpolesana ad almeno 80 chilometri orari. All’altezza delle due rotonde di fronte al supermercato Tosano, però, aveva perso il controllo ed era finito fuori strada, venendo bloccato. È stato richiesto anche l’intervento dei vigili del fuoco, per il timore che il serbatoio del mezzo, fortemente danneggiato, potesse incendiarsi. La polizia stradale, invece, si era occupata dei rilievi dell’incidente. Karouach venne accompagnato in ospedale dove aveva rifiutato di sottoporsi agli esami tossicologici. Su disposizione della Procura, fu immediatamente trasferito in carcere a Montorio: dai controlli emerse che ad agosto del 2018,meno di due mesi prima dell’escalation di paura che ha innescato a Legnago, era stato arrestato per furto a San Giovanni Lupatoto e avrebbe dovuto rispettare un divieto di dimora nel Veronese.Con la condanna di ieri, però, dovrà «dimorare» a lungo in cella.