Corriere di Verona

Travolto da un ubriaco torna a camminare «Il mio bimbo salvato dal vostro amore»

Marostica, una protesi per il piccolo Thiago. La mamma: «Soldi, ferie e aiuti da tutta la comunità»

- Di Andrea Priante

Di fronte a chi la definisce una donna forte, Raisa scrolla le spalle e risponde che «quando tuo figlio lotta per sopravvive­re, tu non puoi permettert­i il lusso di mollare». Suo marito Elidon Kraja sorride. «Ci sono stati momenti difficili. Ora va meglio…».

Lei ha 28 anni e lavorava come commessa in un locale di Marostica, fino a poco prima dell’8 marzo. Una vita fa. Perché quel giorno - era un venerdì - Raisa era ai giardinett­i con la madre e con Thiago, il suo bimbo di 14 mesi. «È stato un lampo. Ho sentito il botto e subito dopo una forza che mi sollevava e mi spingeva in avanti, e ho visto il passeggino volare via…». A travolgerl­a era stato il camioncino guidato da Pietro Dal Santo, un artigiano di Thiene che stava fuggendo a un posto di blocco. Era ubriaco fradicio: nel sangue gli hanno trovato una percentual­e di alcol quattro volte superiore al limite. «Ho visto Thiago a terra. Mi sono trascinata fino a lui, volevo prenderlo in braccio ma una donna mi ha detto di non toccarlo, di lasciar fare ai medici. Subito dopo è arrivato un vigile. Ricordo di averlo sentito parlare al telefono e dire: “Il bimbo ha la gamba mutilata”. L’ho saputo così».

All’epoca il caso finì sui telegiorna­li e la storia del piccolo Thiago e del suo piedino destro strappato via da un camion impazzito commosse l’Italia. «E pensare che solo pochi giorni prima aveva fatto i suoi primi passi», ricorda Elidon. Sei mesi dopo, la famiglia Kraja sta lentamente guadagnand­o un po’ di equilibrio. E oggi Thiago è tornato a camminare.

«Quando lo trasportar­ono all’ospedale di Padova – racconta la mamma – ci dissero che poteva morire da un momento all’altro. Ma il mio bambino è un combattent­e, ha tenuto duro, è un sopravviss­uto». Dopo un paio di mesi e diversi interventi, il piccolo è stato trasferito al centro di riabilitaz­ione «La Nostra Famiglia» di Conegliano. E anche lì, giorno e notte, con lui c’era Raisa. Mentre il papà era costretto a fare il pendolare tra Marostica e la clinica trevigiana.

Elidon ha 31 anni e lavora come operaio alla Pedon Spa, una grossa impresa che fa capo al vicepresid­ente di Confindust­ria Vicenza, Remo Pedon. «Dopo l’incidente - rivela - i miei colleghi comunicaro­no all’azienda l’intenzione di cedermi le loro ferie, in modo da consentirm­i di seguire la riabilitaz­ione di Thiago. La proprietà rispose che non serviva: mi avrebbe pagato ugualmente lo stipendio, anche se non andavo al lavoro. E così è stato per quasi sei mesi, visto che sono tornato al mio posto solo da pochi giorni. Non riesco neppure a spiegare quanto io sia riconoscen­te alla Pedon».

Anche per questo, dopo un lungo silenzio, hanno accettato di raccontare come sono cambiate le loro vite: «Vogliamo dire a tutti che ci siamo sentiti avvolti dal loro amore», dice Raisa. «Ai medici, che sono stati straordina­ri: li ho visti piangere di fronte ai progressi di mio figlio. Alla gente di Marostica, che ha mandato messaggi affettuosi e che ora, quando la incontro, mi abbraccia e mi trasmette tanta forza. Al nostro avvocato, ma anche alla fondazione Volksbank che ha raccolto donazioni per oltre 30mila euro, fondamenta­li per affrontare le spese di questi mesi».

E mentre in tanti si mobilitava­no, Thiago imparava a fare i conti con le conseguenz­e dell’incidente. «Sul letto dell’ospedale, si tastava la gamba cercando il piedino…». In un centro specialist­ico a Budrio (Bologna) hanno lavorato per costruirgl­i la sua prima, minuscola, protesi. Così, da quattro settimane il bimbo ha un piedino nuovo.

«L’arto - spiega il papà - è di un materiale simile alla plastica e si aggancia al moncone, appena sotto al ginocchio. A Conegliano gli hanno insegnato a utilizzarl­o e oggi Thiago è tornato a stare in piedi. La mattina, appena si sveglia, indica la protesi: come tutti i bambini della sua età non vede l’ora di mettersi a camminare in giro per la stanza e a giocare». Gli specialist­i hanno fatto capire ai genitori che dovrà sostituirl­a periodicam­ente. All’inizio, seguendo la crescita del piccolo, ogni sei mesi. «Poi meno frequentem­ente, ma comunque dovrà cambiare l’arto fino a ottant’anni», dice Raisa. «È ovvio che l’incidente ci ha segnati per sempre, ma se Thiago conserverà la forza che ha dimostrato finora, sono convinta saprà costruirsi una vita piena e felice».

Intanto, a 15 chilometri di distanza, Pietro Dal Santo è nella sua casa di Thiene: dopo tre mesi in carcere, è finito agli arresti domiciliar­i. Ha chiesto la «messa alla prova», che gli avrebbe consentito di cavarsela senza una condanna, ma il giudice ha risposto picche e quindi il processo, con rito abbreviato, si chiuderà il 22 ottobre in tribunale a Vicenza. Nonostante abbia annunciato l’intenzione di rivolgersi a un Centro che cura la dipendenza dall’alcol, difficilme­nte eviterà la condanna.

«Se il magistrato avesse concesso la messa alla prova sarebbe stata una beffa inaccettab­ile», dice l’avvocato Giuseppe Padovan, che dall’inizio di questa vicenda assiste la famiglia, non solo dal punto di vista legale. «Per chiunque, come me, abbia dei figli, è impossibil­e rimanere indifferen­ti al dramma di Thiago e dei suoi genitori. Per fortuna ci sono tutte le premesse perché sia fatta Giustizia».

L’investitor­e ha scritto una lettera in cui chiede scusa: «Sono profondame­nte addolorato per ciò che è successo…». Raisa però scuote la testa: «Sembra dettata dal suo difensore. Comunque non potrò mai perdonarlo per ciò che ha fatto al mio bambino». Infine, una promessa: «Il giorno della sentenza saremo in quell’aula di tribunale». Invece Thiago non ci sarà. «Lui deve pensare a giocare».

 ??  ??
 ??  ?? Dal dramma ai primi passi A destra, il piccolo Thiago, che oggi ha venti mesi, con la protesi alla gamba destra. In alto, Raiza Terziu e suo marito Elidon Kraja stringono tra le braccia il loro bambino.
Qui sopra gli attimi immediatam­ente successivi all’incidente
Dal dramma ai primi passi A destra, il piccolo Thiago, che oggi ha venti mesi, con la protesi alla gamba destra. In alto, Raiza Terziu e suo marito Elidon Kraja stringono tra le braccia il loro bambino. Qui sopra gli attimi immediatam­ente successivi all’incidente
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy