Corriere di Verona

COOPERARE PER POTER VINCERE

- Di Gigi Copiello

Ascoltavo nei giorni scorsi il sindaco di Mantova e mi sovveniva il commendato­r Ferretto. E la mail che mi mandò, dopo un intervento sull’Emilia Romagna uguale e diversa dal Veneto: «Letto apprezzato ma manca l’analisi politica: Veneto bianco Emilia Romagna rossa un tempo, ma l’imprinting è rimasto». Lo sentii subito: il past president di Confindust­ria Vicenza e Veneto aveva risvegliat­o la «bestia politica» che sta in me. E lui, chiaro e preciso come al solito, la mise così: «Loro cooperano, noi mai». Il commendato­re era da poco scomparso ed io ascoltavo il sindaco di Mantova che parlava ai suoi concittadi­ni e diceva: «Lo spazio non c’è. Bisogna prendersel­o». Già, Mantova non fa neppure 50.000 abitanti e alla fin fine è un paesone perso e disperso nella grande pianura padana. Noi si va per un giro nei palazzi Gonzaga ed una puntata al Festival Letteratur­a. Ma chi ci vive, che ci fa? Quale spazio può avere un paesotto della campagna lombarda? «Bisogna prendersel­o», diceva il sindaco. Ma come? E lui spiegava: «Attorno a noi ci stanno 8 provincie e stiamo ai confini con due altre Regioni. Siamo al centro». Non diceva «tutte le strade portano a Mantova», ma poco ci mancava. Sembrava il sindaco di Milano, che al centro ci sta davvero, e mica della Padania, ma dell’Europa e del mondo intero. Era invece e solo il sindaco di Mantova, ma raccontava di Brescia e Modena, di un pezzo di Università tornato in città, con 110 ragazzi da tutte le parti d’Italia.

E via andando, verso Crema o Reggio Emilia, salendo fino a Bolzano e Trento. Mai citati Verona e il Veneto. Eccolo l’imprinting che citava Ferretto: «Loro cooperano, noi mai». Mai sentito discorsi del genere da un sindaco delle nostre parti. Da noi si fa l’elenco delle primizie del posto, delle glorie patrie, delle eccellenze locali. Ci si commuove al sentimento della casa propria e ci si batte allo stremo per difenderla dai fratelli che stanno ai confini, dai parenti che stanno un po’ più in là, dai foresti manco nominati. Ho sentito un sindaco dimenticar­e il Cuoa di cui pure è il maggior azionista, ma che sta in altro Comune. «Loro cooperano, noi mai». E così noi abbiamo perso una Fiera che loro hanno conquistat­o, noi abbiamo lasciato Asco in mano emiliana e ora bisogna capire le strategie di Aim Agsm. Noi abbiamo perso il secondo posto sul podio dell’export, a favore dell’Emilia, dove «loro cooperano, noi mai», come disse Giancarlo. E tutto forse iniziò in quel lontano 1996, quando al grido «La Banca ai vicentini», Bpvi si negò alle nozze con Padova, fece a botte poi con la Veneta e finì come sappiamo. Quel lontano 1996: era il tempo di un emiliano che si convinse di andare in Europa. E’ questione di imprinting, non c’è dubbio. Ma poiché Mantova è lombarda e mica emiliana. E poiché Ferretto non fu mai rosso. E poiché in Veneto non siamo affatto «compagni»: ebbene: nulla è ancora deciso. Anche da noi c’é chi, dovunque sia, si sente al centro. Anche da noi c’è chi coopera e non ne può più del «noi, mai». C’è anche un altro Veneto, ci sono due Veneti e due classi dirigenti. C’è un pezzo di classe dirigente, in Veneto, che ha tutto l’imprinting che sta a Mantova o Reggio. Si dia una mossa e cominci a cooperare. Per battere quel pezzo di Veneto che non coopera mai.

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