Lo scrittore-cult David Nicholls a Verona «Narro il primo amore»
Domani al Teatro Nuovo l’incontro con lo scrittore-cult che ha commosso milioni di lettori con «Un giorno». Nel nuovo romanzo «Un dolore così dolce» nostalgia e rimpianto per le passioni dell’adolescenza
Arriva a Verona l’autore «cult» che ha fatto sognare milioni di persone in tutto il mondo. David Nicholls domani sarà al Teatro Nuovo di Verona (ore 18.30) con il nuovo romanzo Un dolore così dolce (Neri Pozza editore), in dialogo con Alessia Gazzola, letture di Paolo Valerio. Nove anni dopo Un giorno (Neri Pozza), che ha commosso schiere di lettori e da cui è stato tratto il film, diretto da Lone Scherfig, Nicholls ritorna con Un dolore così dolce. Un romanzo sull’impervio passaggio all’età adulta, sul potere dell’amicizia e sulla bruciante esperienza del primo amore. Ambientato a Londra nell’estate della morte di Lady Diana, porta in scena un adolescente, Charlie, che sta crescendo. E in una delle pigre, lunghe giornate dopo la fine della scuola, Charlie incontrerà Fran e con lei l’amore indelebile della prima volta.
Com’è nata l’idea di questo nuovo romanzo?
«Temo sempre di ripetermi. Volevo scrivere una grande storia d’amore, divertente e triste. Qualcosa con la tenerezza del libro precedente, ma che portasse un elemento nuovo. Non avevo mai scritto di primi amori. Quindi questa è la classica storia d’amore della maturità, quando ci si guarda indietro e si ricorda. Ho messo in scena una rete di relazioni. E come ingrediente finale, Shakespeare»
Perché ha scelto di raccontare un adolescente «anonimo e senza qualità»?
«È lui che si vede così, senza qualità. Il lettore in realtà può scorgere molte qualità: è intelligente, divertente, sensibile. Gli manca solo la sicurezza. Queste qualità emergeranno nell’incontro con la meravigliosa ragazza dei suoi sogni».
Quali libri o autori consiglierebbe di leggere ai ragazzi?
«La mia grande scoperta è
stata Grandi speranze di Charles Dickens. È il secondo romanzo di Dickens, dopo David Copperfield, ad essere stato scritto interamente in prima persona: una voce dal passato, ma piena di significato anche oggi. Amo anche Salinger, in Inghilterra Adrian Mole. E consiglierei ai ragazzi Un giorno».
Lei che tipo di adolescente è stato?
«Abbastanza ansioso. Molto serio. Molto ambizioso. E terribilmente esigente con me stesso a livello scolastico. Non alla moda, nè di tendenza, in nessun modo».
I romanzi di formazione e d’amore sono più letti dai ragazzi o dalle ragazze?
«Ognuno li legge cogliendo cose diverse. I giovani leggono vivendo il momento, mentre gli adulti attraverso la lente della nostalgia. Un dolore così dolce è un romanzo di memoria: ci si guarda indietro con passione ma anche con dolore e rimpianti. La più grande bugia sulla giovinezza è essere spensierati, questa è la chiave del romanzo»
C’è una scrittrice o uno scrittore italiano che preferisce?
«All’università ho amato Primo Levi. Poi Italo Calvino. ma scelgo Tomasi di Lampedusa: Il Gattopardo è epico»
Ambienterà un prossimo libro a Verona?
«Il mio romanzo Noi ha scene ambientate a Venezia e Verona, ne faremo anche una versione tivù. Amo molto l’Italia e se c’è un pretesto per venirci lo colgo al volo».