ADRENALINA E SOCIETÀ CIVILE
Nelle ultime settimane le cronache hanno registrato una serie di notizie, accomunate dal riferimento agli sport dell’adrenalina.
L’altro ieri abbiamo letto della slackline tesa senza avvisare nessuno nelle Dolomiti di Brenta, con il rischio di un incidente evitato solo dalla prontezza di riflessi del pilota dell’elicottero. Prima avevamo seguito le vicende degli spagnoli, reticenti in tema di salvataggio sulla nord della Ovest di Lavaredo.
Di tanto in tanto capita di imbattersi in laboriosi interventi del Soccorso alpino per ripescare qualche appassionato di parapendio o di tuta alare incrodato su qualche parete dolomitica. Questo vario insieme di eventi è accomunato da una cosa sola: la mancanza di senso civico.
Non è una novità, ma tutte le volte che ci si trova di fronte a lampanti conferme di uno dei fenomeni più allarmanti del mondo in cui viviamo non si può non rimanere colpiti, a maggior ragione se tali conferme provengono da ambiti che dal mondo in cui viviamo sembrano tanto remoti. Quando ci aggiriamo in un centro commerciale incontriamo tantissima gente. Tutti condividono quello spazio, senza tuttavia intrattenere alcun rapporto fra loro.
Ognuno bada a fare ciò per cui si trova lì, che nel caso dello shopping center è appunto fare acquisti.
Lo stesso accade con la wilderness per molti dei suoi appassionati.