Corriere di Verona

«Via Reddito e Quota 100» Scatta l’ovazione

Zaia e il nuovo governo: «In futuro mi piacerebbe potergli dare un 10»

- Di Alessandro Zuin

(VICENZA) Intervista VALDAGNO doppia sul palco al presidente di Confindust­ria Vescovi e al governator­e Zaia. L’applauso più forte lo strappa Vescovi quando afferma: «Via Quota 100, via il reddito di cittadinan­za e anche gli 80 euro di Renzi».

L’applauso più scrosciant­e se l’è preso Luciano Vescovi, il presidente di Confindust­ria Vicenza, sapendo di giocare su un terreno facile: «Se dipendesse da noi, via il reddito di cittadinan­za e i navigator, via quota 100 e via anche gli 80 euro di Renzi, così ci sono dentro tutti e non ho fatto torto a nessuno». Rimbombano i battimani nell’enorme spazio della fabbrica Marzotto, dove sono comodament­e ospitate 1.500 persone con posto a sedere.Sul palco dell’assemblea è in corso una versione live dell’«intervista doppia», protagonis­ti lo stesso Vescovi e il presidente della Regione Luca Zaia (che, a proposito dei navigator, dirà secco: «Non ci pensiamo proprio ad assumerli, la Pubblica amministra­zione non ha bisogno di altri dipendenti»). Il governator­e, essendo leghista, è repentinam­ente passato all’opposizion­e del governo di Roma ma deve anche disimpegna­rsi nel ruolo di difensore dell’esecutivo appena trapassato, quello gialloverd­e. «Al governo precedente - è tranchant Vescovi, rispondend­o alla domanda del direttore del Sole24Ore, Fabio Tamburini - do un 4. Ci hanno delusi, e sono anche generoso nel voto. Se non fosse stato per la Lega, due opere fondamenta­li come la Pedemontan­a Veneta e Tav probabilme­nte si sarebbero bloccate». Zaia abbozza, buttandola sulla media aritmetica: «Allora io do un 8, così la somma fa 12 e diviso due viene fuori una sufficienz­a. Al governo nuovo (quello senza Lega, ndr) mi piacerebbe in futuro dare un bel 10, perché significhe­rebbe che abbiamo portato a casa grandi risultati: autonomia, infrastrut­ture, tasse, sburocrati­zzazione».

C’è spazio anche per un giudizio retrospett­ivo sul grande protagonis­ta, nel bene e nel male, dell’estate politica: Salvini ha fatto la mossa giusta staccando la spina al Conte Uno? Anche qui Zaia ha la battuta pronta: «Per me avrebbe dovuto staccare non solo la spina ma anche il contatore, la centralina elettrica e il palo della luce. Quel governo non produceva più risultati».

In particolar­e, vista dal Veneto, è rimasta inascoltat­a quella domanda di autonomia che, probabilme­nte, ha avuto proprio in Salvini un sostenitor­e piuttosto tiepido. E adesso, con i nuovi padroni del vapore, come si mette? Vescovi qualche dubbio ce l’ha: «L’esordio del neoministr­o Boccia sul tema dell’autonomia non è stato dei migliori. Tra l’altro, dal mio punto di vista - aggiunge il presidente degli industrial­i vicentini - una delle materie irrinuncia­bili è proprio quella su cui a Roma non vogliono neppure cominciare a discutere: l’autonomia nella scuola, per mettere finalmente il merito al centro dell’attività formativa». Il governator­e, dal canto suo, non demorde: «Molto del lavoro è già fatto, noi siamo pronti. E la piantino con la tiritera assurda del Paese spaccato in due, della solidariet­à nazionale e della secessione dei ricchi: i valori fondanti del nostro Stato non sono minimament­e in discussion­e. La verità è che a Roma, quando tirano fuori questi argomenti, sempliceme­nte non vogliono andare avanti».

La proposta

Il presidente di Confindust­ria: diamo ai giovani che entrano nelle nostre aziende uno stipendio superiore al salario d’ingresso

Sarà che i due ministri pentastell­ati presenti all’assemblea di Valdagno sono due uomini del Nordest, ma da Patuanelli e D’Incà arrivano in via indiretta risposte che tengono accesa la fiammella. Dice Patuanelli, che è triestino e quindi l’argomento lo conosce per esperienza diretta: «L’autonomia? Non è in discussion­e il se, deve esserci e dobbiamo riprendere quel percorso lasciato sospeso. Da parte mia e del governo, c’è tutto l’impegno a rimetterci immediatam­ente a un tavolo». Aggiunge D’Incà: «Con il ministro Boccia ho parlato più volte e credo che questo governo riuscirà a portare a casa l’autonomia per il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, trovando quel giusto compromess­o in modo tale che il Paese resti unito e si alleggeris­ca quel clima di tensione che fino a oggi si è registrato». La parola-chiave, dunque, è tratta: compromess­o. A buon intenditor...

Il padrone di casa e presidente del gruppo Marzotto, Antonio Favrin, aveva introdotto i lavori dell’assemblea con parole che erano sembrate una sentenza: «Il Paese Italia è drammatica­mente fermo. Siamo fermi e non abbiamo più fieno in cascina». Esiste una modalità per invertire questa tendenza? Luciano Vescovi, a nome degli industrial­i vicentini, una proposta concreta l’ha fatta: «Un primo passo per rimetterci in moto e tornare attrattivi come sistema Paese - ha spiegato - potrebbe essere quello di far entrare i giovani nelle nostre aziende con uno stipendio superiore al salario d’ingresso. Io rilancio questa idea, intelligen­te e coraggiosa: significhe­rebbe dare un segnale di fiducia verso i ragazzi e le ragazze in gamba di questo Paese e verso il domani di tutti gli italiani».

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Intervista doppia Il presidente di Confindust­ria Vicenza, Luciano Vescovi (a destra) con il governator­e Luca Zaia

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