Corriere di Verona

Grande Hellas, ma la Juventus passa di rigore con Ronaldo

Il Verona lotta, gioca e passa in vantaggio a Torino con Veloso che trafigge Buffon da fuori area. Poi jellata deviazione di Gunter e il rigore di CR7 che timbra il 2-1

- Matteo Fontana

Il 2-1 che chiude il conto è ingeneroso. Ci sono dei momenti, nel finale furioso, in cui la Juve deve traccheggi­are, spingere il pallone sulla linea laterale.

Tocca citare Giacomino nostro, per dire di questo Verona: «Oimé, se quest’è amor, com’ei travaglia». Non rintoccano le campane, perché finisce che si perde con la Juventus, a Torino, come accade, con questa, da quattordic­i partite di fila, ma che Hellas, signori cari.

Difficile non provare sentimenti empatici per una squadra così, con la personalit­à delle tigri che escono dalla giungla. Si ricorderan­no a lungo, i campioniss­imi della Juventus, i sontuosi fuoriclass­e di Madama, Sua Maestà Cristiano Ronaldo e tutti i rampolli di nobile schiatta che lo circondano, del timor panico che li ha presi mentre i satanassi di Ivan Juric balzavano in avanti, personaggi che avrebbe narrato con giusti aggettivi Emilio Salgari. Ci sono i Sandokan e gli Yanez, c’è la guerra di Mompracem contro l’impero, in una sfida che il Verona meriterebb­e perlomeno di pareggiare, e che invece perde, perché il destino è cinico e baro. Ma si sa, e lo si legge nel libro di Giobbe: «Militia est vita hominis». C’è da combattere, recita la Bibbia, e uscendo di metafora l’Hellas segue gli insegnamen­ti che ne derivano. Il 2-1 che chiude il conto è ingeneroso. Ci sono dei momenti, nel finale furioso, in cui la Juve deve traccheggi­are, spingere il pallone sulla linea laterale, oppure avvicinars­i alla bandierina, il riparo di chi ha paura. Basti questo per comprender­e come il Verona sia uno stato d’animo, oltre quel che dice il campo. Per 10’ in vantaggio, i pirati di Juric, e ne erano successe di ogni, per arrivare al gol di Miguel Veloso. Il tiro di Samuel Di Carmine, sul rigore enorme da lui stesso conquistat­o, manda il pallone sul palo. Sul rimbalzo, Darko Lazovic lo spara sulla traversa.

Non escono parole gentili per commentare la rogna, jella terrifican­te che fa imprecare il colto e l’inclita, ma l’attimo fuggente lo coglie, dunque, Veloso, con la botta poderosa che si infila lassù, dove l’eterno Buffon può solo immaginare, forse. Sfili alla memoria il ricordo incantato di quel che fu, rivedi Totò Di Gennaro piazzare una fiondata di identica potenza e precisione nella porta di Bodini, nell’anno dello scudetto, e in quello che, rammenta sempre Osvaldo Bagnoli, fu uno dei duelli decisivi per ottenere l’italica corona, in un 1-1 da fulmini e saette. Sogna Verona, ma gli dei del calcio complottan­o contro il miracolono­n miracolo che potrebbe compiere questo gruppo di uomini duri e guardateve­lo ancora, il ruggire del meraviglio­so saraceno Amrabat, siano lanciati peana in onore dei barricader­os Rrahmani e Kumbulla, e non badate all’espulsione che La Penna (oh tu, cuore ingrato) infligge al ragazzo d’Albania e di Peschiera. Erano, quelli del «rosso» crudele al baby-prodigio, i minuti di recupero, ormai al 94’, e la Juve aveva rovesciato l’esito magico che l’Hellas non aveva mai smesso di cullare.

Suo malgrado, di mezzo c’era andato Koray Gunter, tupamaro che meriterebb­e la levata di cappello, non fosse per la storta che gli capita: devia una stecca di Ramsey che viaggiava in seconda classe e che si tramuta in gol, poi ne combina una grossa, stendendo Cuadrado, per un rigore che, urge evidenziar­lo, è non meno netto di quello assegnato al Verona. Cristiano Ronaldo caccia dentro il sorpasso, ma di lì in poi, se non è un monologo dell’Hellas, poco ci manca. Recita come Carmelo Bene, la pattuglia coraggiosa di Juric. Buffon si trova addosso una girata di Di Carmine, ringrazia i Lari e i Penati che lo proteggono, con Lazovic che, anche lui gli sbatte contro, e poi Veloso scheggia la traversa. Ma da quanto tempo non si vedeva un Verona tanto grande e, a tratti, solenne, nel conflitto con chi, di questo circo pallonaro, è padrone e signore? La memoria manda indietro, ad anni unici, quando beltà splendea nei tuoi occhi ridenti e fuggitivi, giusto per tornare a Recanati e al suo illustre cittadino. Che fare? Tanti applausi, sì, ma zerom punti. Martedì c’è l’Udinese e le pacche sulle spalle non sono sufficient­i.

Si hanno da prendere i punti, eccola qua la morale, ebbene sì, e non guardare a quel che poteva essere e, invece, un regista cattivo ha tolto, feroce e perfido.

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 ??  ?? All’Allianz Stadium Il Verona esce sconfitto da Torino ma ha tenuto il campo con grandissim­o ardore andando in vantaggio con un eurogol di Veloso
All’Allianz Stadium Il Verona esce sconfitto da Torino ma ha tenuto il campo con grandissim­o ardore andando in vantaggio con un eurogol di Veloso
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Fuoriclass­e Per CR7 un assist e un gol, sulla partita c’è la sua firma

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