Corriere di Verona

Adrenalina, emozioni, sport e società civile

- Franco Brevini

Sono lì per assaporare le emozioni di cui hanno bisogno e che probabilme­nte nella vita di ogni giorno non riescono a trovare. Spingono all’estremo il rischio, si mettono alla prova, toccano il limite, ma di tutto quello che succede intorno non potrebbe loro importare di meno.

Sennonché le cose intorno a loro continuano ad accadere, ad esempio gli elicotteri a volare per compiere interventi di soccorso, anche se per gli acrobati della slack le Dolomiti di Brenta sono solo uno spazio per esercizi funambolic­i ovvero il teatro della loro pericolosa autocelebr­azione, immortalat­a dalle GoPro strategica­mente piazzate per tramandare le gesta dei nuovi eroi.

Tutti quanti i cultori dell’adrenalina compiono delle azioni, ma eludono l’altra dimensione, quella dell’interazion­e con gli altri, che però continua, loro malgrado, a sussistere.

Nel loro irreversib­ile individual­ismo hanno rimosso il resto del mondo, in cui presumono di vivere uti singuli.

Non intendo criminaliz­zare l’operato di questi ragazzi, che non mancano certo di fegato e che pagano sempre i loro errori.

Voglio solo notare come anche in teatri lontani dalla vita di ogni giorno come quelli della natura selvaggia tenda a riproporsi la stessa grave mancanza di senso civico che, in contesti ben più affollati, affligge la vita sociale giù in basso.

È il dirittismo che ogni giorno impedisce di vedere che il mio diritto finisce dove comincia quello di un’altra persona. E che una realtà dominata dalla protervia rivendicat­iva o dalla libertà anarchica è una giungla.

Non è un luogo civile, aggettivo che viene da civis e che reca in sé l’idea di una cittadinan­za. Essere cittadini non vuol dire essere inquilini: vuol dire far parte di una comunità, di cui non si possono dimenticar­e, né eludere le regole.

Anche se si sta volteggian­do fra le guglie delle Dolomiti. Perché perfino la natura selvaggia che tanto amiamo è un prodotto profondame­nte culturale, nato nel cuore della civiltà ed espression­e, ahimè, dei suoi problemi e delle sue contraddiz­ioni.

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