Corriere di Verona

Il Chievo si salva in rimonta

Per i gialloblù un paio di svarioni e il Pisa (imbattuto da fine gennaio) timbra il doppio vantaggio Negli ultimi venti minuti il recupero e i gol di Segre e Dickmann che rimettono in parità il match

- Matteo Sorio

Fino a una ventina di minuti dal gong, gli aggettivi più adatti al Chievo erano «bello» (a tratti) e «ingenuo». Il terzo aggettivo, «generoso», è figlio invece della meno scontata delle rimonte.

Uscire da una partita così, muscolosa e scomoda, con un punto in saccoccia, senza pagare la Pisa-tax, è roba che può alimentare fiducia. Finisce 2-2 contro i toscani di D’Angelo, che peccano di relax una volta messo giustament­e il muso avanti. Una formica, il Chievo: 548 passaggi contro 363, mole di lavoro prima vanificata, poi capitalizz­ata, condendola con una gran fetta di cuore. Tradito dai suoi attaccanti, un Meggiorini troppo soft e un Djordjevic più utile da boa che da stoccatore (spesso gli serve un secondo di troppo per il tiro, anche se i rifornimen­ti non sono granché), Marcolini trova il gol — il primo in gialloblù in entrambi i casi — con un centrocamp­ista, Segre, e un difensore, Dickmann. Due protagonis­ti, a loro modo. Perché Segre, in prestito dal Torino, continua a incarnare una bella premessa, forse il lato più affidabile nella pattuglia dei giovani, specie quando s’inserisce da dietro, e Dickmann è lo specchio di una partita in cui il Chievo tutto s’è saputo riscattare. Un Chievo col 4-3-1-2, come sempre, di fronte a un Pisa che continua a non perdere dal 23 gennaio scorso, e si capisce perché: tosto, bravissimo a pungere in contropied­e (Belli, una scheggia), un calcio dove l’aggression­e fisica è palese. Il Chievo tecnicamen­te più bello sta dentro i primi venti minuti, dominio del campo, triangoli laterali, il compagno che con palla al piede ha sempre una o più opzioni.

Un Chievo che mischia i lupi di mare, tipo Cesar e Brivio, ai baby, tipo i classe 2000 Esposito e Vignato (in crescendo), il ventunenne Semper, i ventiduenn­i Segre e Dickmann. Ecco, c’è anche del dazio pagato alla gioventù nel Pareggio L’esultanza della squadra gialloblù dopo il definitivo pareggio 2-2 di Dickmann: il Chievo era andato sotto di due gol contro il Pisa

modo in cui l’incipit viene rovinato a favor di Pisa. L’uscita maldestra di Semper, Dickmann e Rigione che non s’intendono, Marconi che apre le personali danze. Il senso dell’intervallo è quello di un Chievo che sconta ingenuità grossolane, pur a fronte di una buona semina, e non è storia nuova, perché i gol subìti finora in quattro turni di B gridano vendetta, così come non suona inedita la siccità negli ultimi sedici metri. Pure il raddoppio del Pisa, ancora Marconi (sesto graffio in 360’), sgorga da inciampi banali, tra Brivio e Obi in fascia (il cross) e tra Segre e Rigione in area (l’incornata).

Però, appunto, nel suo stare dentro il campo, questo Chievo, s’è già ricavato delle certezze. Non si spieghereb­be altrimenti Punti

Quelli messi insieme dal Chievo di Marcolini in quattro partite, con una vittoria, due pari e un ko Gol

Quelli segnati fino ad ora dall’attacco del Chievo: sono cinque invece quelli incassati

la replica, lo sfogo da cui Vignato e soci ricavano il pareggio. Un ruggito favorito dai cambi, in particolar­e Garritano, che ancora una volta piace più in entrata dalla panchina: bello il destro di Segre, a rimorchio, da dietro (1-2); bellissimo il mancino di Dickmann (2-2). E ottime anche le biglie del potenziale 3-2 sui piedi di Vignato e sulla testa di Garritano. Il Chievo, venerdì, ha chiuso la campagna abbonament­i staccando 3.620 tessere. E anche ieri — all’orizzonte la trasferta di mercoledì a Salerno — è uscito dal Bentegodi tra gli applausi. Oltre a un’idea, che per motivi fisiologic­i non sempre decolla, il gruppo che sta forgiando Marcolini ha carattere.

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