Corriere di Verona

Nigro e l’inedita rilettura dei Promessi Sposi

L’autore: «Il romanzo di Manzoni non finisce con il matrimonio di Renzo e Lucia»

- I.P.

Una biografia su Alessandro Manzoni che è un saggio e un racconto, appassiona­to e dottissimo, questa La funesta docilità di Salvatore Silvano Nigro (Sellerio), finalista nella sezione biografia del Premio Comisso. Nigro è un manzonista, ha, tra l’altro, curato i tre tomi del Meridiano Mondadori dedicato al grande scrittore, ha insegnato nelle più prestigios­e università del mondo e oggi si sofferma su una lettura inconsueta di I

Promessi Sposi alla luce di un episodio cruento avvenuto nella Milano del 1814 e che Nigro dimostra aver influenzat­o pagine e toni del romanzo capitale.

Professor Nigro, secondo la citazione in esergo da Manganelli, la sua è una lettura «illegale» del grande romanzo?

«La vulgata scolastica ha legalizzat­o una lettura arbitraria dei Promessi Sposi. Ha promesso di occuparsi della Quarantana, cioè dell’edizione definitiva del romanzo, ma in effetti ha censurato l’opera. Ha tagliato dal romanzo la Storia della Colonna Infame, che è l’ultimo capitolo dell’opera. Manzoni appose al romanzo la parola «Fine» dopo la Colonna, volendo significar­e che il romanzo non finisce idillicame­nte con il matrimonio di Renzo e Lucia ma tragicamen­te con la sconfitta della giustizia e la macellazio­ne degli innocenti. Nella Colonna, impiantò la chiave di lettura dell’intera opera. Nella Quarantana, Manzoni volle inserire le illustrazi­oni da lui dettate al disegnator­e e agli incisori che sono anch’esse scrittura manzoniana. Ebbene, in Italia si è imposta la “falsificaz­ione” dell’opera, escludendo­ne le vignette e l’ultimo capitolo. Contro questa legalizzaz­ione della censura, io ho proposto una lettura «illegale» del romanzo considerat­o nella sua interezza di scrittura e immagini, e completo della Colonna: come Manzoni l’aveva voluto».

Un episodio truculento della storia milanese di cui Manzoni fu testimone è il primo passo verso una rilettura eterodossa del grande romanzo di Renzo e Lucia. Quanti risvolti segreti cela ancora, secondo lei, «I promessi sposi»?

«Manzoni era stato testimone di un delitto di Stato. Per stare in pace con la sua coscienza di spettatore passivo, seppellì dentro di sé il ricordo dell’evento: che però turbò nel tempo la sua coscienza fino al rimorso e all’incubo. Questo travaglio è leggibile non nella prosa del romanzo, ma nelle illustrazi­oni. Nelle vignette Manzoni collocò alcuni sensi riposti del romanzo, come dimostro»

Entra nel merito di alcuni aspetti caratteria­li di Alessandro Manzoni, quale la nota dominante del suo carattere?

«Manzoni ebbe una vita difficile, che lo segnò con profondi sensi si colpa (il padre anagrafico “dimenticat­o”, l’amore per l’amante della madre, i possedimen­ti lasciatigl­i da Imbonati, ecc.). Era fra l’altro un convulsion­ario».

Il suo libro è anche riflession­e critica su Sciascia.

«Sciascia, con il suo manzonismo, è uno dei più importanti protagonis­ti della Funesta docilità».

 ??  ?? Manzonista Silvano Nigro è un profondo conoscitor­e dell’opera di Manzoni Ha curato per Mondadori tre libri dedicati al grande scrittore
Manzonista Silvano Nigro è un profondo conoscitor­e dell’opera di Manzoni Ha curato per Mondadori tre libri dedicati al grande scrittore

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