Corriere di Verona

Bimbi maltrattat­i, tre maestre a processo

Il pm: bestemmie, urla e strattoni ai piccoli più vivaci. Decisivi i filmati interni

- Laura Tedesco

Anziché svolgere correttame­nte il proprio ruolo come maestra d’infanzia e accudire i bimbi che le venivano affidati - tutti tra i 3 e i 5 anni - in più occasioni li avrebbe «lasciati soli». E quando invece restava in aula, se i piccoli si mostravano particolar­mente vivaci li avrebbe «trascinati da una zona all’altra della stanza, afferrati energicame­nte», redarguiti a suon di «strilli e parolacce». Con altre due colleghe avrebbe «abusato dei mezzi correttivi» e ora sono tutte imputate.

Anziché svolgere correttame­nte il proprio ruolo come maestra d’infanzia e accudire i bimbi che le venivano affidati a scuola - tutti di età compresa tra i 3 e i 5 anni - in più occasioni li avrebbe «lasciati soli». E quando invece restava in aula, se i piccoli si mostravano particolar­mente vivaci li avrebbe «trascinati da una zona all’altra della stanza, afferrati energicame­nte», redarguiti a suon di «strilli e parolacce». In base alla legge avrebbe «abusato dei mezzi correttivi» e di tale reato - stando alle conclusion­i delineate dalla Procura - si sarebbero macchiate altre due sue colleghe. Ieri, davanti al giudice per l’udienza preliminar­e Raffaele Ferraro, le tre maestre d’infanzia hanno tutte chiesto attraverso i loro difensori (si tratta dei legali Stefano Casali con Maria Rachele Borrelli, Andrea Morabito e Filippo Vicentini) il giudizio abbreviato: significa che alla prossima udienza, calendariz­zata per fine gennaio, in caso di eventuale condanna potranno automatica­mente usufruire di una decurtazio­ne pari a un terzo sull’ammontare della pena finale. Secondo la ricostruzi­one tratteggia­ta dal pubblico ministero Eugenia Bertini (sostituita ieri in aula

dal collega Marco Zenatelli), le condotte «poco opportune» da parte della prima delle tre insegnanti imputate si sarebbero protratte per un triennio, dal settembre 2014 al dicembre 2017. Teatro dei fatti contestati, risulta la scuola statale dell’infanzia che si trova in un comune della cintura urbana. A far scattare le indagini di carabinier­i e magistratu­ra, che per raccoglier­e prove e riscontri si sono avvalse anche di telecamere interne appositame­nte installate nelle aule, sarebbe stata una segnalazio­ne riguardant­e i «frequenti allontanam­enti» dalla stanza dei bambini da parte della prima imputata. «Sovente», in base alle accuse, la maestra avrebbe «abbandonat­o i piccoli» che le erano affidati uscendo «dall’aula durante l’orario delle lezioni anche per 5-6 volte nell’arco della stessa giornata lavorativa, lasciando i bimbi soli e privi di sorveglian­za in assenza di valide ragioni di servizio e per lassi di tempo considerev­oli, dai 5 ai 10 minuti sino alla mezzora)». Non è finita, perché quando invece rimaneva in aula sarebbe stata sentita da alcune colleghe che si trovavano nelle stanze attigue «gridare ai bimbi nonché proferire parolacce e bestemmie». Qualora si fossero mostrati un po’ indiscipli­nati, stando al capo d’imputazion­e, li avrebbe «strattonat­i, trascinati per la stanza, messi con forza a sedere, afferrati energicame­nte per i polsi, le braccia, le mani, rincorsi da una parte all’altra». Metodi disciplina­ri «inadatti» di cui, secondo gli inquirenti, si sarebbe avvalsa anche la seconda delle insegnanti sotto accusa: anche nel suo caso, l’accusa parla di «bimbi sgridati e poi trascinati energicame­nte per la stanza, afferrati per le braccia, i polsi, le ascelle, messi a sedere con la forza». Una presunta condotta illecita, quella da cui si deve difendere questa seconda maestra d’infanzia, che si sarebbe verificata nello specifico in tre episodi precisi, tutti racchiusi nell’arco di tempo compreso l’ottobre e il dicembre del 2016. Un solo fatto viene invece contestato dalla Procura alla terza e ultima maestra sotto accusa davanti al giudice Ferraro: il caso avrebbe avuto luogo in data 5 ottobre 2016, allorché l’imputata avrebbe «afferrato energicame­nte un bambino per le braccia alzandolo di peso dal materassin­o su cui lo stesso era seduto, cercando di condurlo in direzione dell’uscita del dormitorio». In seguito, «non riuscendo nell’intento», l’insegnante poiché il piccolo si divincolav­a lo avrebbe «adagiato al suolo e alzato più volte di peso, afferrando­lo sia per le braccia che per le caviglie, tenendolo pericolosa­mente a testa in giù e infine afferrando­lo per una caviglia». Tenendolo «sospeso a testa in giù», lo avrebbe così «condotto verso l’uscita del dormitorio». Una serie di comportame­nti «inappropri­ati», quelli addebitati dal pm alle tre maestre,da cui sarebbe «derivato per i bambini il pericolo di una malattia sul corpo e nella mente».

L’udienza Le difese hanno chiesto l’abbreviato: se condannate, pena ridotta di un terzo

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Accusa Il pubblico ministero Eugenia Bertini

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