Corriere di Verona

La Via Crucis veronese parte per Gerusalemm­e

Le formelle in partenza per Gerusalemm­e: si compie un progetto nato nel 2003

- di Davide Orsato

Sono in partenza per la Terra Santa le formelle della via Crucis veronese che troveranno casa a Gerusalemm­e. Ieri la benedizion­e del vescovo Zenti con i mecenati che hanno finanziato l’opera.

Maria allarga le braccia, senza lacrime, senza rimpianti per accogliere suo Figlio nel momento più difficile: la Via Dolorosa, percorsa con la Croce sulle spalle. È forse la scelta più coraggiosa, meno in linea con la tradiziona­le iconografi­a cristiana, di Alessandro Mutto, lo scultore veronese che, per sempre, legherà il suo nome a un brandello di Terra Santa, nel cuore di Gerusalemm­e, dove arriverann­o, domenica 6 ottobre, le formelle che ricordano le 14 stazioni della Via Crucis.

«Ho voluto che fossero realistich­e — spiega l’artista — ho fatto delle ricerche sui vestiti dell’epoca, anche se trovare materiale al riguardo è estremamen­te difficile. Ho scelto di rendere la madre di Gesù in modo tale che non sembrasse affranta dal dolore perché, è stata la mia valutazion­e, lo vede e lo assiste mentre porta a termine quello che è il suo progetto».

Già benedette, sabato scorso, da papa Francesco (era presente, in Vaticano, una nutrita rappresent­anza scaligera) ieri le formelle sono rientrate nella diocesi d’origine, quella Chiesa di San Zeno che, in uno sforzo collettivo che si è affiancato all’estro e allo studio dell’artista, le ha concepite. «Abbiamo il privilegio — ha detto il vescovo Giuseppe Zenti che ieri, proprio nella basilica dedicata al «vescovo moro» ha impartito alle opere la sua benedizion­e — di poter piantare un seme d’arte in Terra Santa. Un’opera che rimarrà e che parlerà di Verona».

Uno sforzo collettivo, si diceva, perché il progetto parte già nel lontano 2003, in occasione della posa della «Porta della Pace» donata dalla fonderia Bnm e posta all’ingresso che conduce, a Gerusalemm­e, dalla basilica di Santa Caterina alla basilica della Natività. Fu allora, che Roberto Brizzi, imprendito­re e titolare della fonderia, assieme a padre Ibrahim Faltas, parroco cattolico di Gerusalemm­e ha cominciato a pensare al progetto. Poi sono arrivati i mecenati: dodici tra aziende e realtà veronesi che hanno adottato una formella ciascuno, contribuen­do al progetto. Nell’elenco figura l’aeroporto Catullo, Aia con il gruppo Veronesi, la Bauli, il gruppo vitivinico­lo Bolla, la Fondazione Cattolica Assicurazi­oni, il pastificio Giovanni Rana, il gruppo Mion (proprietar­io del supermerca­to Migross), la Multitrend di Raffaele Tripepi, l’abbigliame­nto Nalini - Carcereri, il pastificio Avesani, la Velx Servizi. Hanno contribuit­o, inoltre, due benefattor­i da fuori i confini cittadini.Molti di loro hanno voluto essere presenti ieri: Giovanni Rana che, nello scambio di battute avuto con il Santo Padre, incontrato con il figlio l’ad Gian Luca Rana, ha promesso a Francesco di inviargli dei tortellini, Carlo Veronesi, Stefano e Walter Mion e Adriano Tomba per la Fondazione Cattolica. «Un magnifico lavoro di creazione, nato qui da noi, finanziato da sponsor locali — il commento di Rana — c’è da andare orgogliosi: abbiamo fatto squadra per qualcosa di grande».A portare i saluti dell’amministra­zione, il sindaco Federico Sboarina, che ha guidato la delegazion­e dal Papa. «È stata un’emozione unica — ha raccontato — rappresent­are la nostra città davanti al Santo Padre. Ci saranno milioni di persone, i pellegrini che ogni giorno percorrono la Via Dolorosa ad ammirare quest’opera».Nove delle 14 formelle, quasi quadrate e larghe mezzo metro, saranno posizionat­e lungo il percorso. Le altre cinque troveranno spazio nella cappella della Custodia di Terra Santa dei padri francescan­i all’interno del Santo Sepolcro: il luogo dove la tradizione cristiana vuole siano state deposte le spoglie mortali di Gesù prima della resurrezio­ne.

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L’opera Realizzata dallo scultore Alessandro Mutto, ieri è stata benedetta dal vescovo Zenti con i mecenati che l’hanno sostenuta

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