Corriere di Verona

Il rischio finanziari­o ai tempi dei cambi di clima

Ca’ Foscari, ricerca dell’ateneo con nuove metodologi­e di valutazion­e. E servono i mutui green

- Camilla Gargioni

È il giorno del terzo «global strike» per l’ambiente e i giovani di FridaysFor­Futu-re, tra le tante istanze, chiedono cambiament­i concreti sul piano economico. Ma quale può essere il punto di partenza? L’università Ca’ Foscari di Venezia risponde a questa problemati­ca con il progetto di ricerca «incorporar­e criteri ambientali, sociali e di governance nell’analisi del credito e dei ratings».

In sostanza, le banche utilizzano al momento criteri finanziari per stabilire a quali aziende dare credito, ma non ne consideran­o la sostenibil­ità ambientale né sociale. «Grazie alle competenze in ambito finanziari­o e di sostenibil­ità ambientale, Ca’ Foscari può offrire un laboratori­o unico di sviluppo di nuove metodologi­e di valutazion­e e di gestione del rischio finanziari­o e climatico – spiega Monica Billio, direttrice del Dipartimen­to di Economia di Ca’ Foscari e coordinatr­ice del progetto –, includendo esplicitam­ente anche l’impatto del cambiament­o climatico». Quest’ultimo aspetto implica un’analisi non solo di quanto un’azienda inquina nel lungo periodo, ma anche di quanto sia colpita dai cambiament­i climatici.

L’obiettivo della ricerca, finanziata con 300 mila euro nel triennio 2020-2022 dalla Banca europea per gli investimen­ti, è incorporar­e questi fattori affinchè incidano su investimen­ti, titoli e fondi.

Il progetto ha aperto la due giorni di «Credit» (Conferenza internazio­nale sulla valutazion­e del rischio di credito) che, con ospiti dal premio Nobel per l’Economia Robert Engle al governator­e della Banca d’Italia Ignazio Visco, riporta l’attenzione sui mutui «green».

Si sa, a livello statale esistono gli «ecobonus» per chi vuole acquistare pannelli solari o investire in modo «green» sulla propria casa. Ma nel mercato privato, le banche discutono da anni su come mettere sul mercato mutui per l’efficienta­mento energetico. «Il patrimonio immobiliar­e europeo non è giovane – afferma Billio –. Da una classe energetica G o F bisognereb­be mano a mano passare a B o A, per questo serve che le banche rendano questi prodotti effettivi». Al progetto pilota hanno aderito già nove banche italiane, insieme a una quarantina di istituti di credito europei. Ora si tratta di definire il «pacchetto» finanziari­o da inserire sul mercato secondo le regole della «green taxonomy» della Commission­e Europea, così da creare un circolo virtuoso di investimen­ti di valore «green».

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Ca’ Foscari Monica Billio dirige il Dipartimen­to di Economia

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