Marmomac guarda alle chance offerte dal mercato africano
E in Fiera a sorpresa cantano Gasdia e il coro della Fondazione
Nel 2018 l’export di marmo veronese registrava un valore di 376.7 milioni ma ancora nessun Paese africano nella top 20 dei mercati: giusto 2.6 milioni, il valore delle esportazioni in Africa quanto a pietre tagliate, modellate e finite, con la Libia in testa e in enorme crescita (1.1 milioni) seguita da Sudafrica (340mila euro), Algeria (260mila euro), Tunisia (234mila euro).
Alla 54esima edizione di Marmomac, in Fiera fino a domani, ecco allora il tentativo d’illuminare «le opportunità di business tra edilizia e design» in un continente, quello africano, che dà prospettive e oltre ai buyer (furono il 3.5% del totale nel 2018) conta oltre cinquanta aziende espositrici sulle 1.650 presenti nei dodici padiglioni (di cui il 64% dall’estero). Le aziende africane a Marmomac arrivano da Egitto, Zambia, Marocco, Namibia, Tunisia, Sudafrica e Angola. E gli ospiti istituzionali Samuel Hurkato, ministro etiope delle Risorse minerarie, e Diamantino Pedro Azevedo, stesso incarico in Angola, hanno spiegato ieri il senso della missione scaligera. Così Hurkato: «L’Etiopia è un Paese emergente, le costruzioni
vivono una fase di grande espansione e le imprese cercano la qualità dei prodotti». Così Azevedo: «I nostri operatori angolani sono interessati soprattutto ai prodotti di granito, marmo e quarzite, le nostre imprese possono poi offrire collaborazione per produzione e commercializzazione di rocce ornamentali». Intanto, a Marmomac, sono stati proclamati quattro nuovi Mastri della Pietra, riconoscimento che continua la tradizione dell’Antica libera corporazione dell’arte della Pietra di Verona: i quattro sono il veronese Donato Larizza, fondatore di Adl International, oggi presidente
del consorzio Asmave e vicepresidente di Verona Stone District, la tedesca Ute Wilkinson e i giapponesi Setsu Ito e Shinobu Ito. Infine, il flashmob nato dalla collaborazione tra Fondazione Arena e Veronafiere: alle 10.45 di ieri mattina (succederà anche oggi), l’interpretazione del Brindisi della Traviata, in Fiera, con il Coro della Fondazione e la sovrintendente Cecilia Gasdia nei panni di Violetta, un modo per «tenere vivo e conosciuto il mondo della musica lirica — così Gasdia — perché essa stessa è un business, soprattutto qui a Verona».