Corriere di Verona

Medici cattolici: il suicidio assistito sconfitta di tutti

- M.N.M.

«E’ una sconfitta per tutti. Hanno legalizzat­o l’omicidio del consenzien­te». Commenta così il professor Franco Balzaretti, chirurgo e presidente per il Nord Italia dell’Associazio­ne medici cattolici, la sentenza della Corte Costituzio­nale sul «suicidio assistito». La Consulta ha ritenuto «non punibile, a determinat­e condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomame­nte e liberament­e formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattament­i di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversib­ile, fonte di sofferenze fisiche e psicologic­he che egli reputa intollerab­ili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevol­i».

«Il medico deve aiutare il paziente a vivere, non a morire — ammonisce Balzaretti — fa parte del Dna di un dottore ed è la base del giuramento di Ippocrate. Non voglio giudicare le sentenze, però non credo che ci siano camici bianchi disposti a togliere la vita a un malato. Per carità, ognuno si assume le proprie responsabi­lità, la nostra associazio­ne non può imporre linee guida a nessuno, ma se un domani tale diposizion­e dovesse diventare obbligator­ia, opporremo obiezione di coscienza». I medici cattolici tengono infatti a chiarire un concetto, per evitare fraintendi­menti a colleghi e pazienti: «La sentenza dice che non è punibile chi agevola il suicidio in presenza di determinat­e condizioni, ma non obbliga il medico a procedere in tal senso — precisa il presidente —. Bisogna dirlo. Se poi subentrass­e tale diktat, sicurament­e mi licenziere­i o andrei contro la legge. Io curo gli ammalati secondo scienza e coscienza e non andrei mai contro la mia coscienza, cioè contro la vita. Siamo in tanti a pensarla così».

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