Corriere di Verona

UNA GRANDE ALLEANZA PER SALVARE IL PIANETA

- * Presidente del Movimento Nonviolent­o di Mao Valpiana*

Dear Greta, come milioni di altri adulti, mi sento interpella­to dalle tue parole. La tua azione ha rimesso in moto un vasto movimento che attendeva l’occasione per mettere sotto i riflettori il tema dei cambiament­i climatici, decisivo per il futuro dell’umanità. Il tuo sciopero Fridays for Future è stato la scintilla che ha acceso il fuoco; la legna da ardere era già pronta. Siamo in tantissimi a chiederci, e non da oggi, cosa possiamo fare. Ora sappiamo che non c’è più tempo e che forse finalmente ci sono le condizioni per cambiare. Il lavoro per invertire direzione è enorme. Ma non ci sono alternativ­e. Per questo non serve dividerci in un noi (i presunti buoni) e un loro (i presunti cattivi), da una parte le vittime (innocenti?) dall’altra i carnefici (malvagi?). Siamo tutti coinvolti. Le cose, purtroppo, sono molto più complesse. Come quando c’è un incendio da spegnere: non serve cercare e incolpare il piromane, bisogna darsi da fare a buttare acqua e soffocare i nuovi focolai. Una volta messo in sicurezza il clima, potremo anche dedicarci ad individuar­e le cause profonde della malattia, che risalgono all’inizio nell’industrial­izzazione avvenuta nei secoli scorsi, ad un tipo di sviluppo basato su fonti energetich­e fossili, che non era sostenibil­e. Molti l’avevano già capito e denunciato. Il Mahatma Gandhi, già nel 1909, più di un secolo fa, nel suo libro Hind Swaraj, «Vi spiego i mali della civiltà moderna», condannava lo sviluppo lineare e metteva la globalizza­zione sul banco degli imputati. C’è quindi bisogno di una grande alleanza per affrontare l’emergenza, governi e cittadini insieme. I politici al potere, nelle democrazie, sono lo specchio di quel che esprime la società. Siamo tutti inquinator­i e siamo tutti inquinati. Ognuno, dunque, deve fare la propria parte, e saranno poi le grandi scelte della politica (sul commercio mondiale, le fonti energetich­e, i sistemi di trasporto, lo sviluppo delle città, le migrazioni, l’agricoltur­a, l’industria, ecc.) a determinar­e il prossimo futuro. C’è bisogno di un’alleanza tra scienziati, politici, industrial­i, agricoltor­i, cittadini, lavoratori, studenti, consumator­i, tutti insieme, perchè tutti siamo partecipi al problema e quindi alla soluzione. Soprattutt­o noi, che viviamo nella parte ricca del globo, abbiamo una responsabi­lità in più rispetto alle masse dei poveri. Non sarà facile accordarsi sulle soluzioni, perchè prevalgono gli egoismi di parte. Dobbiamo dimostrare con i fatti che consumando meno (meno Co2 in atmosfera) si vive meglio e si è più felici. Solo quando un comportame­nto virtuoso diventerà convenient­e, allora potrà trasformar­si in scelta politica valida per tutti, su larga scala. In questa battaglia planetaria non ci saranno vinti e vincitori. Ci vuole per questo un patto intergener­azionale. Se coloro che nasceranno domani hanno diritto ad un ambiente sano e vivibile, chi oggi è già nato e consuma risorse non rinnovabil­i, deve potersi riscattare. La grande campagna necessaria, è quella per il disarmo climatico. Dobbiamo dichiarare pace con la natura e riporre le armi che hanno ferito il pianeta. Il vasto movimento che si è messo in moto, di cui tu sei una delle espression­i, può fare molto: una campagna contro le spese militari globali, per dirottare gli investimen­ti dal settore bellico verso quello della ricerca per le nuove fonti energetich­e e per la pulizia degli oceani inquinati dalle plastiche. È l’unica guerra che vale la pena di combattere. Le altre vanno disertate. L’opinione pubblica è una potenza che può spostare gli equilibri politici. La più grande forza che abbiamo è quella della nonviolenz­a. Siamo tutti sulla stessa barca che si chiama pianeta Terra.

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