Scandalo diamanti, 87 indagati e una raffica di nuove accuse
Scandalo dei diamanti a prezzi «gonfiati»: dopo il clamoroso sequestro da oltre 700 milioni di euro scattato lo scorso febbraio anche a carico delle cinque banche coinvolte, ieri è stato notificato agli indagati l’avviso conclusione-indagini firmato dal pm di Milano Grazia Colacicco nell’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf.
Una presunta maxi truffa con profitti illeciti per quasi 500 milioni di euro e migliaia di persone raggirate, tra cui clienti vip come Vasco Rossi. Nella sola Verona, dello «scandalo-diamanti a prezzi gonfiati» hanno fatto le spese «in tantissimi - enumera Adiconsum -, la nostra associazione ne sta assistendo circa un migliaio». E dopo il clamoroso sequestro da oltre 700 milioni di euro scattato lo scorso febbraio anche a carico delle cinque banche coinvolte, ieri è stato notificato agli indagati l’avviso conclusione-indagini firmato dal pm di Milano Grazia Colacicco nell’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. Si tratta di un provvedimento che prelude alla richiesta di processo per 87 persone fisiche e 7 giuridiche. Le accuse, a vario titolo, sono truffa aggravata e continuata, autoriciclaggio, corruzione tra privati e ostacolo agli organi di vigilanza. Oltre alla Intermarket Diamond Business spa (Idb), finita in procedura fallimentare nel 2016, e alla Diamond Private Investment spa (Dpi), che si occupavano di vendere i diamanti, sono coinvolte anche Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Aletti e Mps, che spiegò di essere già impegnata nel rimborsare i clienti. E proprio i vertici degli istituti di credito, stando alla ricostruzione degli inquirenti, avrebbero ricevuto in cambio della loro complicità «una serie di regali». Sarebbe accaduto, ad esempio, con l’ex dg di Bpm Maurizio Faroni – che figura tra gli indagati come anche l’ex ad di Banca Aletti, Maurizio Zancanaro – che avrebbe ricevuto da Idb «oggetti di archeologia», oltre che 150mila euro di «donazioni» a una onlus da lui presieduta. Dagli accertamenti è emerso anche che Intermarket Diamond Business ha aderito più volte all’aumento di capitale del Banco Popolare e di Unicredit» tra il 2012 e il 2014.