Corriere di Verona

«Autonomia, vincoli per i prof Ripartiamo da Veneto ed Emilia»

Il ministro Boccia in commission­e: ho parlato con l’Economia per i Lep. Subito la legge-cornice

- Marco Bonet

«L’approccio di Zaia l’ho apprezzato, perché costruttiv­o. Allo stesso tempo, non c’è dubbio che l’ipotesi avanzata da Bonaccini, con il trasferime­nto di competenze amministra­tive più che legislativ­e, sia più “facile” da perseguire. Ecco, io credo che il combinato disposto della proposta veneta e di quella emiliana sia il campo migliore su cui giocare l’autonomia. Con la Lombardia, invece, è tutto più difficile, per via delle rigidità mostrate da Fontana, in particolar­e sulla scuola».

Così il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ieri, durante l’incontro con i parlamenta­ri della Commission­e bicamerale per le questioni regionali. Un incontro importante, che ha permesso di comprender­e un po’ meglio l’idea di Boccia non soltanto sull’autonomia, ma pure sulla road map per perseguirl­a. In tal senso, ad esempio, il ministro ha chiarito che nessun altro passo verrà compiuto - a cominciare dai tavoli tecnici - se prima non sarà approvato il disegno di legge inserito tra i 22 «collegati» alla manovra in via di definizion­e. «La legge nazionale sarà la cornice all’interno della quale si discuteran­no le intese - ha spiegato Boccia - le due cose sono assolutame­nte distinte». Come spiegato ieri su queste colonne, il ddl a cui stanno lavorando in via della Stamperia dovrebbe fissare le «regole del gioco», stabilendo le modalità di richiesta per l’attivazion­e dell’articolo 116 della Costituzio­ne e quelle per la conduzione del confronto tra Stato e Regioni. «È l’unico modo tenere insieme il Nord e il Sud, evitando guerre che fanno male a tutti - ha detto Boccia rivolgendo­si ai parlamenta­ri - ma è chiaro che la mia sarà una proposta, poi toccherà a voi ad approvarla o meno». Boccia, tra molti compliment­i all’ex ministro Erika Stefani per il «grande lavoro svolto» («In questi 15 mesi si è perso tempo dal punto di vista politico, non tecnico») ha quindi confermato l'idea di istituire un fondo perequativ­o nazionale a carattere struttural­e («Il finanziame­nto delle opere pubbliche deve avvenire prioritari­amente nelle aree svantaggia­te, che non sono soltanto al Sud; questo è l’unico modo per colmare il gap con le aree metropolit­ane ad alta densità abitativa») e la volontà di procedere con la definizion­e dei Livelli essenziali delle prestazion­i, i Lep: «Se dopo 18 anni ancora non li abbiamo è colpa di tutti e non possiamo far passare altri 18 anni invano; dal giorno del mio insediamen­to ho chiesto a tecnici del ministero dell’Economia di aiutarci a fare un’ analisi rigorosa».

È destinata a suscitare forti reazioni, infine, la sua proposta in materia di scuola, uno dei «totem», come lui stesso l’ha definito, che ha esacerbato gli animi tra Regioni, governo e parti sociali: «Zaia, Fontana e Bonaccini mi pongono con forza il problema della continuità scolastica. Sono padre di tre figli e lo conosco bene: famiglie e ragazzi hanno il diritto di avere gli stessi insegnanti per tutto il ciclo, siano tre o cinque anni. Non è giusto cambiare di continuo. Una soluzione c’è e l’abbiamo già sperimenta­ta per l’Agenzia delle Entrate: agli ultimi concorsi l’accesso era nazionale ma le assunzioni sono poi avvenute per Regione, con l’obbligo per i vincitori di restare sul territorio per almeno 5 anni. Vogliamo adottare lo stesso criterio per gli insegnanti? Possiamo discutere con i sindacati se devono essere 5, 7 o 12 anni ma non mi pare che così facendo si possa essere accusati di smontare la Repubblica dalle fondamenta. Ne ho già parlato anche con Landini, leader della Cgil, il sindacato probabilme­nte più critico con l’autonomia, ed era d’accordo».

Un intervento, quello di Boccia, che non ha però convinto il deputato di Forza Italia Dario Bond, componente della bicamerale: «Il suo messaggio è stato chiaro: non intende proseguire sulla strada intrapresa dal precedente governo e dal ministro Stefani. Si fa un ragionamen­to di livelli essenziali di prestazion­i uguali per tutte le regioni, si immagina una cornice unica in cui inserire il tema dell’autonomia. Teoricamen­te è giusto porre tutti sullo stesso livello - conclude Bond - ma sotto l’aspetto pratico sarebbe opportuno dare subito risposte a quelle regioni che trainano il Paese».

 Boccia Giusto porre il problema della continuità didattica

Bond Impossibil­e pensare ad un’autonomia uguale per tutte le Regioni

 ??  ?? L’incontro Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia durante l’incontro a Palazzo Balbi con il governator­e Luca Zaia
L’incontro Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia durante l’incontro a Palazzo Balbi con il governator­e Luca Zaia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy