«Nella manovra poca attenzione per il Nord e le partite Iva Un Piano Marshall per la scuola»
Il presidente di Unioncamere: errore insistere su quota 100 e reddito di cittadinanza
«Leggo che vorrebbero far votare i sedicenni... ma se non riusciamo a portare ai seggi manco i diciottenni? E i crocifissi in classe: discutono se lasciarli, toglierli, appendere al muro la mappa del mondo. Intanto i soffitti cascano in testa agli studenti».
Mario Pozza, presidente di Unioncamere (560 mila imprese in Veneto) è «rammaricato». Perché ad agosto aveva lanciato il decalogo «per il governo che verrà» scritto dalle partite Iva, il governo è infine venuto - non molto dissimile dal precedente - ma dei dieci punti in questione non se n’è molto curato.
«Avevamo avanzato proposte su Iva, infrastrutture, giovani, montagna, Zes, autonomia. Di tutto questo nella manovra in discussione troviamo poco per non dire nulla. C’è un’attenzione molto scarsa verso chi produce ricchezza e posti di lavoro».
Però l’Iva è stata sterilizzata.
«Davvero? Leggo di rimodulazioni... finché non vedo, non credo. Non mi pare che si possa tirare un sospiro di sollievo».
Anche l’intervento sul cuneo fiscale, pure chiesto dalle imprese, il governo giura che si farà.
«Attendiamo di vedere come e soprattutto quanto. In linea di principio chi non è d’accordo con l’aumento delle buste paga? Ma serve una bella botta per rilanciare i consumi interni, oggi stagnanti, e compensare così i rischi per l’export connessi alla guerra commerciale, ai dazi».
Insomma, lei resta scettico.
«Siamo riusciti a strappare in Europa una flessibilità importante. Quelle risorse vanno utilizzate per favorire la crescita. Invece vedo che si insiste su Reddito di cittadinanza e Quota 100, due provvedimenti che abbiamo fortemente criticato per le ragioni note a tutti. Così si allarga il solco tra il Paese reale e il Palazzo».
Come si può favorire la crescita?
«Di strade ne abbiamo indicate tante ma ne cito una soltanto: un grande Piano Marshall per la scuola. Il 70% dei nostri istituti non ha l’agibilità. L’edilizia, dal progettista al pittore, muove 72 comparti. Con una mossa sola potremmo proteggere i nostri figli dai calcinacci e mettere in moto un grande circuito virtuoso della produzione».
A proposito di ristrutturazioni e artigiani: che idea si è fatto della guerra dichiarata dal governo ai contanti?
«Preferirei che si concentrassero sui grandi gruppi multinazionali che lavorano nel digitale e nella Rete, gente che fa affari d’oro in Italia, spesso provocando danni incalcolabili alle produzioni locali e al piccolo commercio, senza pagare un euro di tasse grazie alle sedi nei paradisi fiscali».
Nel vostro decalogo c’erano le infrastrutture, tema ricorrente e sempre irrisolto.
«Non sento parlare di ciò che serve al Veneto. Già oggi si raggiunge Bologna più rapidamente da Milano che da Venezia. Eppure immaginano nuove linee futuristiche, l’Hyperloop, per unire Milano e Torino in 7 minuti. Oppure il Brennero: per noi è uno sbocco vitale verso i mercati del Centro e Nord Europa. Ma Germania e Austria neppure ci chiamano quando ne parlano, fanno il bello e il cattivo tempo. E del porto? Vogliamo parlare del porto?».
Parliamone.
«Venezia è l’hub di sbocco per i Paesi dell’Est ma non c’è alcun progetto di sviluppo. E qui mi collego alla Zes: servita da porto, aeroporto, ferrovia rilancerebbe tutto il Veneto, non solo Marghera. Ma siamo fermi. E ci sono altre zone depresse a cui pensare, su tutte la montagna che si sta spopolando in modo irreversibile».
Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia sta pensando ad un fondo perequativo per le aree disagiate.
«Temo si riferisca al Sud come al solito. Ma per far arrivare il Sud al livello del Nord ci vorranno secoli. Intanto facciamo fermare la locomotiva?».
E così arriviamo all’autonomia. Immagino che su questo non sia più ottimista.
«Già. Al di là delle buone maniere di Boccia e della piacevolezza di certi incontri in Canal Grande temo ci attendano altri 50 mila dibattiti».
Basta distrazioni Vogliono far votare i sedicenni e non riescono a portare ai seggi manco i diciottenni, litigano sul crocifisso e i soffitti cascano sugli alunni
Infrastrutture Pensano all’Hyperloop per collegare in 7 minuti Milano a Torino, ma nessuno si preoccupa delle infrastrutture utili al Veneto