Università, squadra larga per Nocini «Ma non mi farò tirare per la giacca»
Prime scelte di governo per il neorettore. E per evitare litigi nessuno avrà la delega all’edilizia
Una squadra, sì, ma più di rugby che da pallavolo, a giudicare dalle persone in campo. «Un ampio consenso (70% delle preferenze, ndr) porta ad un team ampio» è il motto con cui il neorettore Francesco Nocini presenta il suo esecutivo, accompagnandolo da dichiarazioni programmatiche che, più che una lista di cose da fare, suonano come un metodo, dettato dal coach ai suoi giocatori: «Nessuno è insostituibile», «I successi saranno di tutti, i fallimenti solo miei» e «Non mi farò tirare dalla giacchetta: qui ci si mette a disposizione, non si cerca un posto al sole». E ancora: «Verona ci aspetta: non deludiamola».
La prima novità dell’era Nocini è rappresentata, dunque, dal numero di delegati: ben dodici, accompagnati da un numero ancora più ampio di «sottosegretari» che si occuperanno di questioni specialistiche. Insomma, un governo «delle competenze». Alla prorettrice, Donata Gottardi, presentata come «persona esperta e con grandi doti di mediazione» (già a capo del dipartimento di Scienze Giuridiche, ora retto da Stefano Troiano, aveva ricoperto il ruolo 15 anni fa con il rettore Alessandro Mazzucco) si affianca Roberto Leone, docente di Farmacologia, che sarà il referente del «magnifico» per i rapporti con il personaMercato), le. Una sorta di «portavoce interno all’università». «L’ho scelto perché non mi voleva – è la battuta di Nocini – se pensa di andare in pensione si sbaglia: resterà con me fino al termine del mandato».
La squadra di delegati veri e propri e tutta nuova. Nell’elenco figurano Diego Begalli, economista (ma anche vicepresidente di Veronache si occuperà di rapporti con il territorio (e con le imprese), Lucia De Franceschi, medico, per la formazione post lauream, Denis Delfitto, linguista, per «la valutazione della ricerca». Un settore, quello della ricerca, ritenuto chiave, e che viene diviso in due: la delega di «progettazione alla ricerca» va a Paolo Fiorini, docente di informatica e «padre» del laboratorio di robotica dell’università. E ancora, Felice Gambin, docente di letteratura spagnola, che avrà la delega all’Internazionalizzazione, Olivia Guaraldo, docente del dipartimento di Scienze umane e direttrice del Centro studi politici Hannah Arendt, con delega alla valorizzazione del patrimonio culturale e Chiara Leardini, docente di Economia aziendale, che avrà la delega al Bilancio, Federico Schena, professore di Metodi dell’attività sportiva a Scienze Motorie, delega alla didattica, Marco Torsello, docente di diritto comperato, sarà il delegato al diritto allo studio e ai servizi agli studenti e Nicoletta Zerman, docente del dipartimento di Scienze Chirurgiche, che si occuperà della comunicazione e dei rapporti istituzionali.
Nell’elenco dei «vicedelegati», si trova qualche ritorno tra cui quello di Bettina Campedelli, già prorettrice, che si occuperà di welfare e qualche conferma, come quella di Tommaso Dalla Massara (già delegato con Sartor), che si occuperà di politiche occupazionali, mentre Luigina Mortari, pedagogista, si occuperà della formazione degli insegnanti. Tra le materie «assenti» spicca quella dell’edilizia universitaria, uno dei nodi che rischia di far «litigare» di più le ex facoltà, soprattutto dopo i grandi interventi degli ultimi anni a favore dell’area umanistica. Se i soldi non mancano (quelli non spesi per realizzare la grande biblioteca, attesa a Veronetta) ripartirli può essere un problema. «Su questo tema – avvisa Nocini – la scelta sarà collegiale». Manca anche una figura dedicata ai rapporti con l’azienda ospedaliera che da qualche anno è «integrata» con l’università. Rapporti non sempre ottimi. Ma forse, un medico come Nocini a palazzo Giuliari, sede del rettorato, aiuterà.
Eventuali successi saranno di tutti. I fallimenti saranno solo miei
Nessuna delega, all’edilizia universitaria, ogni scelta sarà collegiale