Corriere di Verona

«Fondi regionali, sì alla gara Pmi, pronti altri 75 milioni»

Veneto Sviluppo, parla Spagna: «Maschio Gaspardo, operazione al varo»

- Federico Nicoletti

La gara per gestire i 400 milioni tra fondi di rotazione e di garanzia sul credito della Regione? «Non abbiamo paura. Siamo pronti». Fabrizio Spagna, presidente di Veneto Sviluppo, ritorna il giorno dopo sul caso politico esploso l’altro ieri con la sua audizione in consiglio regionale sulla gara, l’anno prossimo, con cui Venezia dovrà individuar­e il gestore del cuore storico dell’attività della finanziari­a regionale. Che dovrà trasferire il 7 luglio 2020 la gestione al vincitore. Passaggio inevitabil­e dopo le proroghe, non potendo la Regione affidare direttamen­te la gestione a Veneto Sviluppo, che non è società in house.

Il nodo è che alla possibile perdita si legano anche timori sui destini delle venti persone che l’hanno fin qui svolta. «Noi speriamo che la Regione accolga tra i criteri della gara la clausola di salvaguard­ia: chi assume la gestione deve prendere la

business unit che l’ha fin qui svolta - aggiunge Spagna -. Ma noi partecipia­mo per vincere e siamo ottimisti, pur se preparati anche al peggio. I progetti alternativ­i ci sono». Oltretutto la clausola di salvaguard­ia non crea problemi a Veneto Sviluppo, ma è invece uno scalino, sul fronte costi, all’ingresso di concorrent­i. «Ma noi riteniamo di esser pronti anche sull’efficienza: abbiamo avuto nel 2018 600 mila euro in meno di commission­i dalla Regione», aggiunge il direttore Gianmarco Russo.

Il punto vero, a guardar Veneto Sviluppo, è semmai la prospettiv­a operativa. Le attività alternativ­e promesse dalla gestione appena confermata. Al suo ingresso Spagna aveva messo al centro il sostegno al capitale delle imprese. Ora Veneto Sviluppo ha acquisito in toto la Sgr Fvs, nata con la Friulia della vicina Regione Friuli, e il fondo sviluppo Pmi è avviato dal 2015; ma fin qui gli investimen­ti sono stati cinque e il fondo ha usato 25 dei 50 milioni a disposizio­ne; con il periodo d’investimen­to che scade ad aprile 2020. «Vediamola in modo oggettivo - dice il presidente -. All’arrivo nel 2017 abbiamo rinunciato ad esser vigilati da Bankitalia, essendolo già la Sgr. Di cui abbiamo voluto il controllo per poterci lavorare: era in perdita, ora è in utile. Vero, niente operazioni il primo anno; ma poi abbiamo recuperato. Altre due sono già deliberate e la maggior parte va bene. Avremo presto le prime uscite con plusvalenz­e oltre le attese».

E poi Fvs sgr si prepara a raddoppiar­e il Fondo sviluppo Pmi, con la logica dell’ingresso in minoranza. Un secondo «contenitor­e» da 75 milioni, che sarà lanciato nel 2020, una volta esaurito il primo. Così come sul fronte del sostegno al capitale delle imprese entra nella fase finale la partita Maschio Gaspardo, la società padovana della meccanizza­zione agricola, in cui Veneto Sviluppo, Friulia e Finest inietteran­no in tutto 20 milioni, fondamenta­li per chiudere l’accordo di ristruttur­azione del debito con le banche. Lunedì il cda della società padovana convocherà l’assemblea dei soci per l’aumento di capitale. La critica strisciant­e sull’operazione è: troppi soldi concentrat­i su un caso rischioso. «Chiaro, non parliamo di una Pmi: ha 1.200 dipendenti solo in Veneto. Ma qui in ballo c’è anche la difesa dell’indotto che vi ruota intorno», sostiene Spagna.

Che entra poi su un altro progetto di cui si parla da un anno ma ancora fermo: il fondo d’investimen­to con Pillarston­e per il rilancio delle aziende con i crediti deteriorat­i, lascito del crac di Bpvi e Veneto Banca: «Confermiam­o l’impegno come investitor­e-guida con 20 milioni. Ma la condizione posta per l’avvio del fondo e che i 100 milioni necessari da investire sul territorio dal territorio vengano. Per avere una remunerazi­one adeguata degli investimen­ti ma non da fondo speculativ­o, che ci trasformer­ebbe nel cavallo di Troia ai danni delle nostre imprese: altrimenti i soldi li avremmo già trovati. Purtroppo le istituzion­i finanziari­e del territorio si sono mostrate tiepide. Ma noi insistiamo».

Il punto vero semmai dell’attività operativa che ha finora sfondato riguarda il fondo minibond con le Bcc, che ha già creato 15 operazioni. E dove i 24 milioni investiti sono destinati a salire a 41. Offensiva fondamenta­le anche per la sostenibil­ità del bilancio della finanziari­a, che dai minibond ha ottenuto, nel 2018, 300 mila euro di utile. Ma se gli investimen­ti saliranno lungo la via tracciata, e la metà vengono dalla finanziari­a, quegli utili potrebbero salire già nel 2020, tra cedole e commission­i di gestione, a oltre 900 mila euro. Fondamenta­li per mantenere l’utile di bilancio (668 mila euro nel 2018 rispetto ai 937 mila del 2017), messi insieme con 600 mila euro di cessione di quote d’imprese, che hanno però prodotto anche svalutazio­ni per 1,7 milioni. E dove ormai non resta più molto da spremere, dopo le ultime uscite possibili, da affiancare agli 1,1 milioni di dividendi che vengono da Vtp, il terminal crocierist­ico di Venezia, vera gallina dalle uova d’oro, su cui grava però il punto interrogat­ivo grandi navi.

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Il presidente di Veneto Sviluppo, Spagna (a sinistra) con il direttore Gianmarco Russo
Tandem Il presidente di Veneto Sviluppo, Spagna (a sinistra) con il direttore Gianmarco Russo

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